Il Parco del Castello a Matera, un nuovo paesaggio
- Post 15 Febbraio 2014
Nel processo di ri – costruzione del sito, è stato proposto il suolo originario sia dal punto di vista morfologico che geologico con il Bolo Armeno, il caratteristico terreno rosso misto a pietre per garantire il drenaggio delle acque che, mantenendo umide le argille, ne assicurano l’equilibrio idrostatico, essenziale per non farle seccare ai danni delle mura del castello com’è avvenuto per decenni. Questa scelta, tuttavia, non è stata relegata al solo aspetto geologico ma è stata proposta con una chiara intenzionalità estetica. La terra rossa, messa nei pressi del monumento, ne esalta il carattere pietroso e avverte il visitatore che lì qualche cosa sta cambiando. Con due diversi pavimenti dunque, l’autore esalta la fisicità del monumento e gerarchizza i luoghi rendendoli più chiari al fruitore.
L’andamento ascensionale dei parterre organizzati in ampie terrazze, introita nel “nuovo paesaggio” il castello che diventa “quinta” nobile del parco, sfondo perfetto di una “scena teatrale” e allo stesso tempo bordo intermedio della collina oltre la quale si apre la città settecentesca e, a seguire, il complesso sistema dei Sassi.
La notevole frequentazione dei materani che qui vengono per passeggiare, incontrarsi, leggere un libro o ascoltare musica, a distanza di qualche anno dalla realizzazione, fa affermare che l’opera appartiene alla città senza alcun dubbio. Probabilmente lo sarà ancora di più dopo l’ultimazione del vicino campus universitario e con la realizzazione della restante parte del parco, il cui ingresso di valle è stato già realizzato in via Castello.
L’elegante recinzione metallica lungo via Castello e il fondale di pini lungo il versante dell’Istituto Sant’Anna, definiscono i bordi del parco così come imposto dalle preesistenti condizioni al contorno; l’edilizia urbana esistente, oggi risulta assorbita nel verde.
Renato D'Onofrio
Facebook Social Comments