29Marzo2024

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Parrucchieri ed estetisti pisticcesi contro il lavoro nero. Le ragioni di una iniziativa

Dopo aver intrapreso una forte iniziativa giudiziaria contro il lavoro nero, dilagante nel territorio di Pisticci e Marconia, attraverso un esposto denuncia diretto tra gli altri alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica di Matera, nella quale segnalavano “l’esponenziale aumento del fenomeno dell’esercizio abusivo della professione di parrucchieri e di estetiste che operano nel territorio comunale senza licenza e partita iva e, pertanto, sono completamente sconosciuti al fisco”, il Comitato Acconciatori e Truccatori di Marconia e Pisticci ha intrapreso un’azione di sensibilizzazione della cittadinanza per stigmatizzare la negatività sociale del lavoro nero che, apparendo prima facie come un semplice “risparmio” del consumatore, crea un circolo vizioso che non si limita solo a colpire i professionisti, ma incide profondamente sul mercato del lavoro, creando situazioni negative che si riverberano su tutta l’utenza, ovvero sul consumatore finale: ciò attraverso una campagna pubblicitaria rivolta alla cittadinanza contro il lavoro nero, con lo slogan “Il lavoro nero distrugge il futuro dei vostri figli”.
“Il problema non è la concorrenza” – tengono a precisare i componenti del comitato – “ma il rispetto delle regole. Ci siamo costituiti in comitato perché ritenevamo e riteniamo che ciò che dovrebbe contraddistinguere una società civile è il rispetto di quelle regole che dovrebbero reggere l'intero sistema sociale, dalle più elementari a quelle più onerose.
Quello che invece sembra trasparire da questa vicenda è che chi ha lavorato in nero, violando con sfrontatezza e sfacciataggine non una ma diverse disposizioni di legge, sia il furbetto di turno, mentre chi lavora alla luce del sole, sottoponendosi ai diversi controlli della Guardia di Finanza, dell'Asl, dei NAS, dell'ispettorato del Lavoro, sia il cattivo di turno.
Noi non temiamo la concorrenza, anzi, da professionisti ci preoccupiamo anche della formazione dei giovani presso le scuole o anche nei nostri saloni, consapevoli che domani i nostri lavoranti saranno i professionisti del futuro.
Il punto, come dicevamo prima, è il rispetto delle regole: noi per lavorare dobbiamo sostenere dei costi non indifferenti, come lo stipendio dei dipendenti, l'affitto dei locali, le tariffe dei professionisti per la tenuta del contabilità e gli adempimenti fiscali e dei dipendenti. A questo si devono aggiungere i costi dei materiali di primissima scelta e qualità che volenti o nolenti hanno un costo nettamente superiore a quello che si possono reperire nei supermercati.
Se volessimo fare una ripartizione tra spese e guadagno, su 10€ che entrano il 65%, e oltre, se ne va tra spese e tasse. È ovvio che se lavorassimo tutti in nero ne ricaveremmo vantaggi enormi a livello economico: ma le cose non girano in questo modo.
Non possiamo lamentarci se il politico di turno ruba a capofitto, se poi anche nel quotidiano consentiamo che si realizzino comportamenti illegittimi.
È del tutto ipocrita fingerci scandalizzati se qualcuno ci deruba dei nostri diritti, o approfitta della propria posizione di vantaggio per proprio tornaconto, quando nel nostro piccolo acconsentiamo e addirittura plaudiamo a comportamenti ugualmente illegittimi.
Non ci fermeremo di fronte agli attacchi che ci sono arrivati a seguito della nostra denuncia: riteniamo, a buona ragione, di agire nel giusto, rispettando dapprima i nostri colleghi che operano nel rispetto della legge ed alla luce del sole, ma soprattutto noi stessi, per una questione di dignità morale e professionale”.