29Marzo2024

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38 anni fa la frana del rione Croci


Sono trascorsi 38 anni da quel terribile 26 novembre 1976, ma è sempre vivo il ricordo di un disastro che si consumò in pochi minuti nel buio di una notte piovosa. Tanto bastò per far sprofondare il rione Croci, rovinato a valle a causa di una frana. Un protagonista di quelle ore fu il sindaco dell'epoca l'avvocato Nicola Cataldo, allora parlamentare del PCI, scomparso da tre mesi. Cataldo intervenne con caparbietà e responsabilità unitamente al Dirigente dell'Ufficio Tecnico geom. Michele Motta al Comandante dei VV.UU il Capitano Rocco Silletti e all'assistente geom. Peppe Coriglione. Fino a pochi minuti prima della tragedia si erano prodigati in prima persona, rischiando di grosso, per convincere i proprietari di quegli immobili, restii ad abbandonare in fretta le proprie abitazioni dove erano nati e vissuti per tutta una vita. Una vera e propria corsa contro il tempo che comunque si risolse nel modo sperato.
Le case, infatti, furono abbandonate solo pochissimi istanti prima che si verificasse la grande frana. Un vasto movimento franoso, con un fronte ampio circa 3-400 metri, spazzò via tutto, segnando la fine di gran parte dell'antico rione Croci, posto alla periferia sud-est dell'abitato.
Le prime luci dell'alba, mostrarono i resti di un disastro immane, che aveva significato la scomparsa improvvisa di qualche centinaio di case e delle vie che portavano tutte i nomi di musicisti italiani, come Verdi, Mascagni, Puccini, Rossini, Donizetti. Altrettante abitazioni, miracolosamente rimaste in piedi, furono irrimediabilmente danneggiate e mai più abitate.
Una grande tragedia senza nessuna vittima. Una specie di miracolo. I prodromi di quanto doveva poi succedere vennero notati già da qualche settimana, quando si erano verificati strani abbassamenti di superficie e crepe diffuse lungo le strade e sui muri.
Tutta la zona era stata monitorata da parte dell'Ufficio Tecnico comunale e dell'allora Ufficio del Genio Civile di Matera, all'epoca diretto dall'ing. Michele Leone, poi sindaco di Pisticci.
Le piogge incessanti di quell'autunno piovoso, fecero il resto. I tg nazionali di quel giorno, era una domemica, riportarono l'evento in prima pagina e tutti i quotidiani e settimanali dettero ampio spazio ad uno dei più grandi disastri della Basilicata.
La maggior parte degli scampati successivamente usufruì di suoli edificatori e di contributi per la realizzazione di abitazioni a Marconia. Altri invece beneficiarono di alloggi popolari appositamente realizzati a Marconia come il quartiere Portobello. La zona di Pisticci centro colpita dalla frana ritornò a vivere dopo pochi mesi, grazie all'impegno dell'amministrazione Cataldo che, unitamente all'ing.Leone nella sua qualità di dirigente tecnico regionale, diedero vita ad una collaborazione fattiva i cui frutti significarono la rinascita di tutta la zona martoriata con la realizzazione di consistenti opere di consolidamento, una grande villa comunale, modernissimi impianti sportivi con campi di tennis e di bocce, oltre alla realizzazione di un vastissimo piazzale (dove più tardi con l'amministrazione Michetti trovò posto il campo di calcetto), una comoda strada di circonvallazione di collegamento al rione Dirupo e, naturalmente, tutte le opere per la messa in sicurezza della parte di rione Croci appena sfiorata dalla frana.

Michele Selvaggi