25Aprile2024

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La bonifica è un mistero e l'aeroporto si allontana

Questa bonifica non s’ha da fare. Parafrasando don Abbondio la pulizia del Sin (Sito d’interesse nazionale) Valbasento sembra essere avvolta in una sorta di nuvola che non vuole andare via per lasciare spazio al sereno. Il tema è attuale e delicato, specie con riferimento all’area attigua alla pista Mattei: oltre alla necessità di bonificare per eliminare le porcherie sotterrate, sia al fine di tutelare la salute delle persone che nell’ottica di un rilancio dell’area, esigenze queste comuni a tutto il Sin, nel caso della pista Mattei c’è anche l’indubbia esigenza di fare in modo che il sogno dell’aeroporto di Basilicata non venga ostacolato dalla presenza delle due discariche collocate in una zona attigua all’aviosuperficie. L’ok del Ministero ell’Ambiente a che la pista possa diventare di caratura nazionale, previa esecuzione dei lavori necessari, non basta: sul fronte bonifica, infatti, tutto sembrerebbe procedere con lentezza. Ad un anno dalla conferenza di servizi del 15 aprile 2014, nella quale si convenne che gli enti interessati avrebbero dovuto completare la caratterizzazione dell’area della pista e che Arpab avrebbe dovuto verificare la funzionalità dei piezometri esistenti, garantendo il controllo e il supporto nelle attività di caratterizzazione e nelle modalità di esecuzione dei sondaggi, cosa è stato fatto? Qual è lo stato dell’arte? In base agli atti ufficiali in nostro possesso, di sicuro Arpab ha effettuato il controllo sulla funzionalità dei piezometri: il risultato è stato sorprendente, ma in negativo, visto che l’Agenzia regionale ha ufficialmente comunicato che nell’area della pista solo 4 piezometri sono risultati affidabili. Inoltre, la stessa Arpab ha effettuato un sopralluogo presso le due discariche dell’area, una di fanghi biologici, l’altra di rifiuti solidi urbani. Ebbene, dal sopralluogo è emerso che c’è una situazione di “relativa instabilità in cui versano le due discariche, in modo particolare quella di rifiuti solidi urbani, ubicata sul margine della scarpata adiacente al letto di esondazione del fiume Basento”. In pratica Arpab, già nell’aprile del 2014 certificò che gli eventi alluvionali avevano minato la stabilità delle due discariche: per questo, aveva raccomandato una preventiva pulizia della vegetazione “per progettare ed eseguire un’indagine indiretta di tipo geofisico, volta a definire tridimensionalmente la geometria delle due discariche per indirizzare opportunamente le successive indagini”.
Al momento non risulta che la pulizia della vegetazione sia stata fatta. Inoltre, il 16 febbraio di quest’anno, il Dipartimento Ambiente della Regione scrive ad Arpab e Consorzio Industriale (proprietario della pista Mattei) per sollecitare i l completamento della progettazione esecutiva “in tempi rapidi per consentire alla Regione di approvare il progetto nei tempi stabiliti dal cronoprogramma proposto al Ministero”. E’ stato fatto? Non è dato sapere, mentre in merito alla sollecitazione fatta ad Arpab dal Dipartimento circa l’ultimazione del documento di progettazione definitiva, ambienti vicini all’Agenzia hanno rimarcato che Arpab non ha mai ricevuto l’incarico della progettazione esecutiva e che essa, in realtà, spetti al Consorzio Asi.

ABIUSI, RESTA LAVORO IMPONENTE - Pochi piezometri ed un lavoro ancora da fare che è imponente. Lo ha ricordato Pio Abiusi, di “Ambiente e Legalità”, in merito alle due discariche esistenti ai bordi della pista Mattei e, più in generale, nel perimetro del Sin Valbasento. In merito alle due discariche “è accertato – ha spiegato Abiusi - che si tratta di una di fanghi biologici ed una di rifiuti solidi urbani. Nel corso della conferenza dei servizi che si è svolta a Roma il 15 aprile dell’anno scorso, si convenne di monitorare le acque sotterranee e procedere alla caratterizzazione delle aree delle due discariche. Arpab avrebbe dovuto verificare la funzionalità dei piezometri esistenti e prestare assistenza nei sondaggi che si sarebbero dovuti fare da parte del Consorzio di Sviluppo Industriale della provincia di Matera”.
Dopo, cosa è stato fatto? “Arpab, nel l’agosto del 2014, ha completato la ricognizione dei piezometri di tutta l’area Sin: su 102 trovati, ha dovuto escluderne 69 per motivazioni varie: ai rimanenti ne sono stati poi aggiunti altri 11, per un totale di 44, molto pochi data l’estensione dell’area. Per ciò che riguarda la pista Mattei i piezometri utili sono risultati essere solo 4: davvero pochi per dare luogo ad un monitoraggio credibile”.

Morale della favola? “Vi è ancora tutto un lavoro da fare: ripristino di un’adeguata rete piezometrica e successiva progettazione della caratterizzazione, tutta a carico del Consorzio Asi”. Dopo, solo dopo, ha concluso Abiusi, “sarà possibile pervenire all’agognata ed auspicata bonifica”.
Sulla presenza di rifiuti sotto la lingua d’asfalto dell’infrastruttura basentana, però, c’è stata anche un’interrogazione indirizzata al Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, da parte della deputata del Movimento 5 Stelle, Mirella Liuzzi che a dicembre scorso chiese chiarimenti su bonifica e messa in sicurezza della pista. “Cosa si nasconde sotto la Pista Mattei”, chiese Liuzzi ricordando che “esistono alcuni studi indipendenti che segnalano nel sottosuolo la presenza di numerosi metalli con limiti eccedenti quelli previsti dalla norma? Ci sono tutti i presupposti per pensare che non sia stata effettuata una bonifica ad hoc. Sarebbe quindi necessario uno studio per valutare l’inquinamento del sito per assicurare la tutela dell’ambiente e degli utenti che utilizzeranno il servizio di volo”. La parlamentare lucana nell’interrogazione ricordò anche che “sono stati messi in luce molti aspetti che raccontano un giro poco chiaro che ruota attorno all’aviosuperficie, fatto di indagati, rifiuti illeciti, discariche abusive, favorito probabilmente da un intreccio di interessi tra aziende petrolchimiche dell’area, politici e magistrati”.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno