16Aprile2024

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Quel pozzo di petrolio esploso nel '60. 'Pisticci merita un ristoro per l'attività estrattiva'

Gas gratuito anche a Pisticci: pure qui, infatti, si estrae gas e petrolio da 50 anni e non c’è mai stata una forma di ristoro per il territorio. La provocazione arriva da Nicola Sodo, 73enne ex dipendente Anic/Enichem, che ha lavorato per 30 anni a Pisticci nel reparto Pam-polimero. “Qui succhiano gas sin dagli anni ’60 – riflette Sodo -, ma a noi non è stato mai concesso alcun beneficio come quello accordato ai comuni della Val d’Agri. E’ una forma di risarcimento che trovo giusta, visto che lì ci sono attività estrattive e il bonus rappresenta una forma di risarcimento verso quel territorio e quei cittadini. Ma anche qui si estrae e il pericolo è dietro l’angolo”. A tal proposito Sodo racconta l’episodio dell’esplosione di un pozzo di petrolio di contrada “Pantoni”, nel 1960.
“Eravamo con alcuni amici a guardare l’incontro di pugilato Loi-Ortiz: era il 15 giugno del 1960 e l’apparecchio televisivo era disponibile solo nei negozi di elettrodomestici. Intorno a mezzanotte abbiamo sentito un boato: ci siamo recati nei pressi del belvedere sulla Valbasento di via Regina Margherita per capire cosa stesse succedendo”.
Avete visto qualcosa? “Purtroppo no: non si vedeva assolutamente nulla, né fiammata né fumo. Il giorno dopo, però, abbiamo saputo che era scoppiato un pozzo di petrolio: il rumore lo abbiamo percepito nitidamente per tre o quattro
giorni”.
Non si è recato sul posto? “Si, dopo qualche giorno, quando il pozzo era stato tappato: tutt’intorno ricordo di aver visto il terreno completamente coperto di argilla mista a fango di colore scuro. Ricordo, altresì, di aver notato l’impianto
di trivellazione che aveva ripreso a funzionare ma, soprattutto, l’olezzo di idrocarburi nell’aria che era ficcante”.
Un’esplosione che oggi avrebbe certamente determinato proteste e manifestazioni ma che, invece, all’epoca passò quasi inosservato.
“Chi ci dice che quell’esplosione non ha prodotto danni? Siamo sicuri che non ha avuto un impatto sull’ambiente del quale, magari, risentiamo ancora oggi”? Domande, quelle di Sodo, che introducono il tema vero della sua provocazione: “Se ai comuni della Val d’Agri è stato concesso il bonus perché qui a Pisticci, dove da 50 anni si estrae petrolio e gas, non c’è mai stato alcun
provvedimento di questo genere? Al presidente della Regione Marcello Pittella chiedo di fare una  seria riflessione sull’opportunità di concedere anche a questo territorio, che tanto ha dato nel corso di questi anni, una forma concreta di ristoro. Sono sicuro che saprà darci una risposta positiva”, ha concluso l’ex operaio.

A Pisticci sono attivi pozzi di petrolio e gas, oltre al centro olio (il primo realizzato in Basilicata) e una centrale gas. L’attività estrattiva, dunque, qui c’è. Dal sito basilicatanet, nella sezione
presidenza della giunta, dati estrazioni Pisticci, si apprende che nella città basentana il 17 aprile (ultimo giorno disponibile) sono stati estratti 216 barili, mentre dal 1° gennaio 2015 ne sono stati
estratti 23.412. L’attività estrattiva dà corso alla maturazione delle royalties: al 31 dicembre del 2010 (ultimo dato disponibile) ammontavano a 5 milioni e 371mila euro, dei quali, però, risultano
accreditati dalla Regione Basilicata “solo” 4. L’attività estrattiva, inoltre, porta all’occupazione di 9 persone, dipendenti Eni, ai quali si aggiungono 12 occupati indiretti.
Dal sito ufficiale dell’Eni, invece, apprendiamo che il centro olio di Pisticci, ubicato in contrada “Pozzitello”, nella concessione “Serra Pizzuta”, a circa 10 chilometri dal centro basentano, ha una superficie di circa 35.mila metri quadri ed una capacità nominale di trattamento di 300 metri cubi al giorno di olio. Il centro che telecontrolla 24, ore su 24, la centrale gas di Pisticci e quella di Ferrandina, è entrato in produzione nel ‘61 ed è allacciato a 8 pozzi. L’olio proveniente dai pozzi tramite condotte sotterranee, viene separato da gas e acqua di strato, stoccato in appositi serbatoi e avviato tramite autobotti alla raffineria di Taranto. Il gas associato all’olio viene parzialmente utilizzato: come fuel
gas per riscaldare l’olio nel processo di trattamento, per alimentare i piloti della fiaccola di emergenza e la caldaia della sala controllo. Il restante è inviato tramite un elettrocompressore alternativo alla centrale gas di Pisticci per essere ricompresso, disidratato e conferito a Snam Rete Gas.
La centrale gas, ubicata a circa 8 chilometri da Pisticci, ha invece una superficie di circa 15.mila metri quadri: è entrata in produzione nel ‘64 ed è allacciata a 20 pozzi, di cui uno solo attualmente erogante. Il gas estratto viene trattato e compresso per essere immesso nei due metanodotti Snam Rete Gas alla pressione adeguata.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno