28Marzo2024

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Giustizia, Pisticci potrebbe diventare sede dello 'sportello di prossimità'

La città basentana potrebbe diventare sede di uno sportello di prossimità, la nuova trovata della politica italiana per compensare quei centri che, come Pisticci, hanno subito la soppressione del presidio giudiziario grazie alla scellerata riforma partorita dal duo formato dall’ex ministro della Giustizia, Paola Severino, e dal dirigente di via Arenula, Giuseppe Birritteri.
Se questa “genialata” dovesse andare in porto si tratterebbe, a tutti gli effetti, dell’ennesimo capolavoro della classe politica italiana, sempre più lontana dalla realtà quotidiana dei cittadini.
Pare che il ministero della Giustizia, d’improvviso consapevole delle numerose criticità emerse dopo la riforma della geografia giudiziaria, stia cercando di correre ai ripari attraverso l’istituzione di questa nuova figura, non ancora del tutto identificata ma dal nome molto chiaro: sportelli di prossimità.
Di cosa si tratta? Interpretando alcuni documenti ministeriali viene fuori che dovrebbe trattarsi di sportelli nei quali fornire a utenti e cittadini, anche con l’utilizzo di tecnologie e delle banche dati del ministero della Giustizia, informazioni sullo stato della causa o rilasciati certificati.
Più nel dettaglio, lo sportello di prossimità dovrebbe avere competenza territoriale sull’intero territorio dei comuni che facevano parte del circondario dei tribunali soppressi, ma anche sull’esercizio di funzioni strutturali per l’accesso alla giustizia dei cittadini. Inoltre, nello sportello dovrebbe essere possibile svolgere l’attività di informazione e certificazione, come il deposito atti giudiziari da parte degli avvocati e delle istanze proponibili direttamente dagli utenti, l’audizione di testimoni, lo svolgimento degli interrogatori formali, la celebrazione di udienze in materie specificate e con magistrati assegnati, le funzioni di risoluzione alternativa delle controversie e tutte le altre attività, come l’educazione dei cittadini alla legalità, attraverso attività formative disciplinate da un’apposita convenzione tra lo Stato e il Comune interessato.
Nel documento denominato “Pon Governance”, inoltre, si prevede la “realizzazione di servizi fortemente orientati alle esigenze del cittadino presso gli Uffici del Giudice di Pace o enti locali, attraverso la ridefinizione del processo organizzativo di erogazione del servizio di cancelleria nei territori che hanno visto la soppressione dei Tribunali”. Ma non era meglio lasciare in vita i vecchi uffici giudiziari?

In attesa che il progetto sull’istituzione degli “sportelli di prossimità” venga chiarito e, soprattutto, redatto in via definitiva, va ricordato che nel nostro Paese ci sono già casi di istituzione degli stessi.  L’esempio arriva dall’ex tribunale di Tolmezzo, in provincia di Udine, con la firma di un protocollo di intesa tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero della Giustizia che prevede l’istituzione dello sportello, gestito da dipendenti regionali appositamente formati. L’ipotesi, dunque, sarebbe percorribile anche in Basilicata, dove Pisticci e Melfi potrebbero tornare a fungere, in qualche modo, da avamposti giudiziari. Certo, va verificata la fattibilità e, soprattutto, sondata l’eventuale disponibilità di via Anzio ma, nel dubbio, è bene chiarire che l’eventuale approdo dello “sportello di prossimità” non farà, di per sé, tornare in vita il tribunale di Melfi e neanche la sezione distaccata di Pisticci del tribunale di Matera.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno