19Aprile2024

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Frana rione Croci: lo sgombero immediato evitò le vittime

Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato l'intervento in prima persona dell’ allora sindaco Nicola Cataldo, scomparso da circa un anno, all'epoca parlamentare del PCI, che unitamente al dirigente dell'Ufficio Tecnicio Comunale Michele Motta, al Comandante dei Vigili Urbani Capitano  Rocco Silletti e all'assistente tecnico Pino Coriglione, tutti insieme, fino a pochi minuti prima, si erano prodigati rischiando di grosso, per convincere i proprietari degli immobili del rione Croci ad abbandonare in tutta fretta le abitazioni in cui erano nati e vissuti per una vita, minacciati dalla frana che incombeva su quella zona?
Sicuramente una tragedia nella tragedia. Sono trascorsi circa 40 anni da quella terribile notte del 26 novembre 1976, ma è sempre vivo il ricordo di un disastro che si consumò in pochi minuti nel cuore di una notte piovosa. Una vera e propria corsa contro il tempo che comunque si risolse senza lutti. Le case infatti, furono abbandonate solo pochi istanti prima che si verificasse il grande tonfo. Un vasto movimento franoso, con un fronte ampio circa 3-400 metri, che spazzò via tutto, segnando la fine di gran parte dell'antico rione Croci, posto alla periferia sud-est dell'abitato.
Le prime luci dell'alba, mostrarono i resti di un disastro immane, che aveva significato la scomparsa improvvisa di qualche centinaio di case in vie che portavano tutte i nomi di musicisti italiani, come Verdi, Mascagni, Puccini, Rossini, Donizetti, danneggiandone più o meno altrettante, miracolosamente rimaste in piedi e dopo mai più abitate. Una grande tragedia senza nessuna vittima per una specie di miracolo.
I prodromi di quanto doveva poi succedere erano stati notati già da qualche settimana, quando si erano verificati strani abbassamenti di superficie, crepe diffuse lungo le strade e sui muri. Tutta la zona era stata monitorata da parte dell'Ufficio Tecnico comunale e dell'allora Ufficio del Genio Civile di Matera, all'epoca diretto dall'ingegnere Michele Leone, più tardi sindaco di Pisticci.
Le piogge incessanti di quell'autunno piovoso, fecero il resto. I TG nazionali di quel giorno, era una domenica, riportarono l'evento in prima pagina e tutti i quotidiani e settimanali dettero ampio spazio ad uno dei più grandi disastri della Basilicata.
La maggior parte degli scampati, successivamente, usufruì di suoli edificatori e di contributi per realizzare abitazioni a Marconia. Altri invece beneficiarono di alloggi popolari sempre a Marconia come il quartiere Portobello. La zona di Pisticci centro colpita dalla frana ritornò a vivere dopo pochi mesi, grazie all'impegno dell'amministrazione Cataldo che, unitamente all'ingegnere Leone nella sua qualità di dirigente tecnico regionale, diedero vita ad una fattiva collaborazione i cui frutti significarono la rinascita di tutta la zona martoriata con la realizzazione di consistenti opere di consolidamento, una grande villa comunale, modernissimi impianti sportivi con campi di tennis e di bocce, oltre alla realizzazione di un vastissimo piazzale (dove più tardi con l'amministrazione Michetti trovò posto il campo di calcetto), una comoda strada di circonvallazione di collegamento al rione Dirupo e, naturalmente, tutte le opere per la messa in sicurezza della parte di rione Croci appena sfiorata dalla frana.

Michele Selvaggi