Sant'Angelo Storymaking, il recupero di un antico casale diventa narrazione sul web
- Post 10 Febbraio 2016
A Bernalda, precisamente in contrada Avenella, a Sud-Est del centro urbano, un gruppo di ragazzi ha dato vita ad un'operazione di storytelling sul recupero di un'antica masseria fortificata attraverso l'ambizioso progetto "Sant'Angelo- Storymaking", un portale web (http://www.sa-storymaking.com) attraverso cui seguire le operazioni di restauro dell'edificio storico e conoscere le vicissitudini che hanno interessato il Metapontino nei secoli di storia.
"Il progetto di raccontare il restauro di questo splendido sito nasce dall'idea dell'architetto Franca Di Giorgio che si occupa delle attività di restaurazione ed ha avviato l'iter per il riconoscimento di bene culturale della masseria - racconta uno dei protagonisti di questo viaggio nel passato, Antonio Fiore - Abbiamo molto apprezzato il progetto P-Stories realizzato a Pisticci e, partendo da questo Casale, abbiamo cercato di ricostruire storie parallele legate allo sviluppo di Bernalda. La storia di questa masseria è davvero longeva, essendo precedentemente inglobata in un complesso greco, mentre negli anni ha subito delle modifiche in seguito alla dominazione normanna sul territorio. L'attuale proprietà, la famiglia Sarubbo, ha deciso di intraprendere questa azione di recupero di un bene culturale così importante per il territorio metapontino".
Secondo le ricostruzioni effettuate grazie ad alcuni libri storici, il casale di Sant'Angelo rientrerebbe in un progetto architettonico voluto dalla famiglia Maccabeo, legato all'Abbazia di Montescaglioso e all'Abazia del Casale di Pisticci: "La storia di Bernalda si snoda a partire dai legami con Pisticci e Montescaglioso: l'intento dei feudatari appartenenti alla famiglia Maccabeo era quello di creare una sorta di via di comunicazione che congiungesse i tre complessi e creasse legami tra le comunità. L'impianto della masseria si articola intorno alla Chiesa di Sant'Angelo: il luogo di culto, orientato ad Est, ospita un altare in pietra sopraelevato e sormontato da un dipinto murale raffigurante l'Arcangelo Michele. Nella zona antistante la Chiesa c'è un cortile murato che è aperto verso la campagna, forse destinato a luogo di prima accoglienza anche se alcuni resti architettonici presso le mura farebbero pensare ad una navata centrale della Chiesa che forse era più grande rispetto alle attuali dimensioni. A partire da questo cortile, poi, si accede agli appartamenti, definiti secondo gusti signorili che riproducono le evidenti differenze sociali tra ricchi e poveri tipiche del periodo medievale".
Nel luglio del 2011 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in seguito ad accertamenti ed ispezioni, ha dichiarato la "Masseria Sant'Angelo" bene di interesse culturale, mentre i lavori di restauro e recupero soni iniziati nel 2015: "Abbiamo ritenuto opportuno, per questo e altri mille motivi, raccontare quel che avviene tra le impalcature e la polvere- conclude Fiore- Il nostro obiettivo è quello di rendere il territorio coscienza civile e storica attraverso un racconto composto da ricordi e progettualità futura che ci permetterà di scoprire le tante vite che può avere una masseria culturale".
Investimenti del genere sul territorio sono naturalmente un modello da seguire per ridare voce ad un passato mai totalmente dimenticato e per permettere al Metapontino di potersi riappropriare di quegli insediamenti che, nei secoli, sono stati fulcro di attività vitali per l'intero territorio.
Andrea Cignarale
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