- attraverso l’affidamento di incarichi a studi professionali esterni, in realtà individuati dal libero professionista che per la sua attività di intermediazione riceveva, a sua volta, un ritorno finanziario dagli studi professionali aggiudicatari degli incarichi, o comunque stabiliva accordi in tal senso;
- “dall’allattamento” di una serie di esponenti politici in carica nel Comune di Matera al fine di comprare il loro consenso, in Consiglio comunale ed in Commissione, affinché fossero approvate le progettualità de quibus, mediante l’affidamento o la promessa di incarichi pubblici a soggetti segnalati dai consiglieri stessi;
- l’interessamento di professionisti nel settore giuridico (avvocati), sia mediante la nomina di soggetti collegati agli stessi, con i quali dividere i compensi attribuiti per l’incarico, sia direttamente con lo scopo principale di risolvere alcune criticità nella predisposizione del capitolato d’appalto nella direzione voluta dai promotori;
- attraverso il coinvolgimento di soggetti potenzialmente utili alla finalizzazione del progetto criminis teso al sostanziale aumento del valore di un immobile, rispetto alle valutazioni effettuate dall’Agenzia del Demanio, da destinare all’intervento denominato “I luoghi del silenzio”, poi acquistato dal Comune di Matera, ed a un prezzo maggiorato, poiché offerto in vendita da un esponente politico;
- all’individuazione di studi professionali, in particolare ingegneri e geologi, sempre rientranti nell’ambito dello stretto cerchio di persone di fiducia a cui affidare i diversi incarichi professionali, aggirando le corrette procedure prescritte dal codice degli appalti, coinvolgendo diversi R.U.P. (Responsabili Unici Procedimento) e pubblici dipendenti nei cui confronti veniva ipotizzata la falsificazione di atti e documenti posti a base delle determinazioni dirigenziali di affidamento;
- all’ideazione di un preciso percorso che prevedeva l’appalto integrato quale oggetto dei bandi di gara, la redazione ad opera di professionisti compiacenti della progettazione esecutiva da “vendere” ai già individuati imprenditori che avrebbero poi partecipato agli appalti stessi con un esito ab origine condizionato atteso l’affidamento alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Matera delle procedure di scelta del contraente con il precipuo fine di ecclissarsi e di non comparire come attori principali nelle predette procedure.
- All’esito delle attività di indagine, la Procura ha ritenuto esistente un grave quadro indiziario nei confronti di 90 persone, attualmente indagate.
- Il Giudice delle Indagini Preliminari, sulla base delle richieste avanzate dall’Ufficio Inquirente, ha disposto:
- n. 3 misure cautelari domiciliari nei confronti del già Dirigente dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera, del Dirigente dell’Area tecnica della Provincia di Matera e del predetto libero professionista materano;
- n. 3 misure interdittive della sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio per dodici mesi nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera.
Il GIP, inoltre, ha disposto il sequestro preventivo di circa 290.000 euro considerati il profitto/prezzo dei reati ipotizzati.
- Il presente comunicato stampa è stato diramato al fine di garantire il diritto di cronaca e, tenuto conto della rilevanza delle condotte ipotizzate e del contesto nel quale le stesse sarebbero maturate, appare opportuna la conoscenza di esse da parte della comunità materana anche per prevenire futuri analoghi comportamenti. E’ doveroso altresì rappresentare che:
- il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari e dunque si tratta di ipotesi ancora tutte da dimostrare nell’eventuale sede dibattimentale;
- i fatti accertati dalla Procura della Repubblica rappresentano solo il primo “step” dell’inchiesta a carico degli indagati e che, pertanto, non esiste alcuna pronuncia di colpevolezza e le persone risultate indagate devono essere considerate innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile di condanna, in quanto potrebbero dimostrare, nelle successive fasi, anche processuali, la loro eventuale estraneità alle ipotesi contestate.
Pertanto, le ipotesi investigative delineate in precedenza, sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte ad indagini.