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A seguito di una vasta ed articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e condotta dalla Polizia di Stato, segnatamente le Squadre Mobili delle Questure di Potenza e Matera, si è proceduto con il supporto e la collaborazione di Agenti delle Squadre Mobili di Bari, Foggia, Salerno, Avellino, Taranto e Brindisi, diversi Reparti Prevenzione Crimine e unità cinofile, all’esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Potenza nei confronti di 22 persone, ritenuti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dal numero dei partecipanti e dall’avere commesso i fatti in presenza di minori.
Nel corso del medesimo contesto operativo sono stati disposti ed eseguiti, inoltre, altrettanti provvedimenti di perquisizione domiciliare e personale. L’attività dì indagine, frutto di una azione investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza ed eseguita dalle Sezioni Criminalità Organizzata delle Squadre Mobili di Potenza e Matera, attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti, tradizionali e a distanza, con tracciamenti GPS, concretizzatasi peraltro anche in arresti in flagranza e sequestri di diversi quantitativi di droga, ha consentito di accettare, a livello di gravità indiziaria, la sussistenza e l’operatività sul territorio della provincia di Matera ed in particolare del comune di Montescaglioso, di un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, “eroina”, “marijuana” ed “hashish” con continui e reiterati approvvigionamenti da fornitori pugliesi e albanesi e cessioni di droga a scopo di lucro in favore di clienti, assuntori e tossicodipendenti anche di altri centri dell’area confinante.
Il dato della collaborazione fra lucani, pugliesi ed albanesi, soggetti questi ultimi che, sulla base degli indizi raccolti, risultavano in grado di consegnare consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti anche a credito.
E’ stata accertata la presenza fattiva e determinante di alcune donne, con funzione non solo esecutive e di corriere, che trattavano sostanze stupefacenti, nell’ordine dei 100 grammi a settimana, sia di “cocaina’ che di “eroina”, trasferita e detenuta con azioni condotte anche in presenza di minori.
Nel corso dell’attività sono stati effettuati 9 arresti in flagranza di reato, oltre a vari deferimenti in stato di libertà per il reato di cui all’art. 73 d.p.r. 309/90 e violazioni amministrative inerenti gli stupefacenti. Sono stati sequestrati nel corso dell’attività circa 600 grammi di eroina e oltre 300 grammi di cocaina, nonché hashish, denaro contante e materiale per il taglio ed il confezionamento della sostanza stupefacente.
Le numerose misure restrittive adottate all’esito delle indagini, rappresentano, a livello investigativo, un ulteriore tassello della complessiva azione di contrasto alla criminalità organizzata lucana che la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, grazie all’indispensabile apporto delle Forze di Polizia, sta conducendo su un territorio, in cui, complessivamente, si registra una crescente presenza criminale.
L’operazione ha portato in carcere 16 persone, 5 sono agli arresti domiciliari e una con divieto di dimora in Basilicata. Tra le 22 persone destinatarie delle misure cautelari, ben 12 sono residenti a Montescaglioso.
"Un fatto gravissimo è che l'attività criminale entra nel tessuto sociale ed incide sull'educazione dei ragazzi.
Quasi come se il traffico di stupefacenti fosse una vera e propria attività lavorativa: una volta le nostre nonne facevano le sartine a casa mentre i bambini giocavano, adesso accade che vengano confezionate dosi di stupefacenti alla presenza dei più piccoli della famiglia".
Lo ha detto ai giornalisti il Procuratore distrettuale antimafia di Potenza, Francesco Curcio, nell'illustrare i particolari dell'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza e dalla Polizia che stamani ha eseguito 21 arresti (16 in carcere e cinque ai domiciliari) tra Puglia e Basilicata.
Sono oltre 100 in tutto gli indagati nell'inchiesta della Dda di Potenza che ha portato all'arresto del consigliere regionale di Forza Italia Francesco Piro. Non solo il presidente della Regione Vito Bardi, ma anche il neo senatore di Fratelli d'Italia Gianni Rosa, ex membro dell'esecutivo regionale, gli assessori leghisti Francesco Fanelli e Donatella Merra e dirigenti di punta della Regione e della Sanità.
A seguito di nuovi elementi emersi nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza su un presunto interramento di fusti contenenti sostanze tossiche, la stessa procura antimafia ha disposto gli scavi in un’area che si trova in località Parata a Garaguso. A darne notizia è stata la Tgr Basilicata.
Dal 5 ottobre, sul posto sono al lavoro Genio militare, Carabinieri forestali e Vigili del Fuoco che stanno operando su un’area, già sottoposta a sequestro, su cui si trova una cava di argilla dismessa.
Già in passato, in seguito alle dichiarazioni di un boss della ‘ndrangheta, collaboratore di giustizia, il territorio era finito all’attenzione dei magistrati alla ricerca di fusti contenenti sostante tossiche. Stando a quello che si apprende sarebbero emersi nuovi elementi che hanno portato la Dda a disporre nuovi scavi. Il Comune di Garaguso questa mattina con ordinanza ha interdetto al transito la zona.
Il capogruppo di Forza Italia in Regione Basilicata, Francesco Piro, è stato arrestato nell'ambito di un'operazione della Dda di Potenza, condotta da Polizia e Carabinieri.
Nella mattinata dell’ 8 agosto 2022, personale della Divisione Polizia Anticrimine — Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Salerno e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro avente ad oggetto un’impresa commerciale ed otto unità immobiliari, emesso dal Tribunale — Sezione Misure di Prevenzione di Potenza, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura e del Questore di Salerno, nei confronti di GALLO Vito (classe ’56) e GALLO Cono (classe ’80) per un valore stimato in circa un milione di euro.
Contestualmente è stata notificata la Misura di Prevenzione Personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, commisurata in tre anni nei confronti di GALLO Vito ed in due anni nei confronti di GALLO Cono.
Sulla base degli elementi probatori raccolti dalla Polizia di Stato, a carico di GALLO Vito — già condannato, nell’anno 2019, dal Tribunale di Paola alla pena di 26 anni di reclusione per i delitti di tentata estorsione e associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti e con precedenti penali per i reati di rapina, ricettazione e spendita di banconote falsificate — sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi di appartenenza alla cosca calabrese nota come “clan Muto”, con base operativa e strategica in provincia di Catanzaro.
Nella medesima indagine per traffico di sostanze stupefacenti è risultato coinvolto anche GALLO Cono e, quindi ritenuto, connotato, ai sensi delle disposizioni del codice antimafia, da profili di pericolosità sociale qualificata.
Gli accertamenti patrimoniali condotti dalle Fiamme Gialle salernitane hanno poi consentito di rilevare in capo ai proposti la titolarità di un cospicuo patrimonio, schermato anche attraverso la formale intestazione di beni immobili ai propri familiari, e la conduzione di un tenore di vita del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Pertanto ritenuti sussistenti dal Tribunale di Potenza i presupposti soggettivi e oggettivi in capo ai proposti sono stati sottoposti a vincolo cautelare: quattro fabbricati siti nel comune di Centola (SA), Sala Consilina (SA) e Roma, l’intera proprietà di quattro distinti terreni siti nel comune di Sala Consilina (SA) ed i beni aziendali riconducibili ad un’attività commerciale di bar.