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Nei prossimi giorni la Regione Basilicata chiederà al MASE che l’area dell’arco ionico lucano sia identificata come “area marina di reperimento”. Tale richiesta è propedeutica all’istituzione di un'Area Marina Protetta che avviene con decreto ministeriale.
Ci vuole una bella faccia tosta a perdere 7.000.000 di euro e far finta di niente!
Legambiente apprende con favore la volontà emersa anche ieri a Policoro, da parte della Regione Basilicata, di promuovere l'ampliamento delle aree marine protette nel Mediterraneo, per raggiungere il 30% di territorio e di mare protetti entro il 2030 come stabilito dalla Strategia Europea e Nazionale per la Biodiversità e per raggiungere gli obiettivi climatici e della transizione ecologica stabiliti dalla Commissione Europea attraverso il Next Generation UE.
Lo Jonio lucano, nonostante la bellezza delle coste e la ricchezza degli ambienti marini, non è ancora un’area marina protetta, ovvero una zona di mare di particolare pregio in cui è in vigore una normativa protettiva dell’habitat.
La tela di Penelope. Il finanziamento per realizzare il collettamento delle fogne dei villaggi e dei lidi della zona mare non c'è più grazie ai tempi giurassici di AQL ed al mancato controllo di Regione Basilicata e delle amministrazioni che si sono susseguite alla guida del comune di Pisticci negli ultimi sette anni.