Giovedì, 19 Giugno 2025

Legambiente: "La Basilicata può diventare uno dei centri nevralgici per la produzione da rinnovabili in Italia e in Europa"

Mercoledì, 21 Maggio 2025

Transizione energetica, rinnovabili, efficienza, lotta alla crisi climatica, riduzione dei costi energetici, indipendenza energetica, sviluppo locale, i temi al centro dell’iniziativa di Legambiente

Si è svolto presso il polo di Macchia Romana dell’UniBas a Potenza, il Forum Energia Basilicata, organizzato da Legambiente Basilicata con il patrocinio dell’Ateneo Lucano. L’iniziativa è stata un’utile e interessante occasione di confronto fra istituzioni, imprese, mondo dell’economia e della ricerca, associazioni e cittadini, sul tema della transizione energetica.

“La transizione energetica nel contesto più generale di quella ecologica – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – è un processo di trasformazione semplicemente inevitabile. La questione non è oggi se farla, ma quando e come. L’urgenza della crisi climatica ci suggerisce che questa transizione energetica vada fatta il più rapidamente possibile, mentre su come vada fatta non ci sono molti dubbi: servono le fonti energetiche rinnovabili, in particolare solare ed eolico che sono attualmente fonti mature, scalabili e a basso costo”.

“Le rinnovabili sono oggi – continua Lanorte - lo strumento migliore a disposizione per evitare che il Pianeta diventi un luogo in gran parte invivibile. Oggi, alternative possibili e altrettanto convenienti ad una decarbonizzazione fondata sulle rinnovabili non esistono. Di certo non lo è nemmeno il nucleare. Sostenere, come alcuni fanno, che la Basilicata, l’Italia o l’Europa non salveranno il Pianeta e che quindi il presunto “sacrificio” di territorio a favore delle rinnovabili sia inutile, riteniamo sia una posizione non condivisibile, innanzitutto sul piano della responsabilità etica, ma anche sul piano concreto per gli effetti positivi in termini di indipendenza energetica, riduzione delle bollette, abbattimento dell’inquinamento atmosferico (che provoca ogni anno decine di migliaia di vittime in Italia), crescita tecnologica competitiva e quindi nuova economia e lavoro”.

“Aspetti, questi ultimi – secondo Lanorte - né scontati né automatici in un momento di straordinario salto tecnologico, ma che sono elementi essenziali di una transizione energetica che sia anche giusta. Perché non si tratta solo di realizzare una sostituzione di tecnologie legate al fossile con altre, ma di costruire una profonda revisione del modello economico e sociale dominante, adottando uno più giusto e più equo, garantendo miglioramenti e benefici soprattutto per chi è o sarà in sofferenza, attraverso forme di compensazione e redistribuzione”.

“Ma è necessario – sostiene ancora Lanorte - che ci sia una visione condivisa della transizione energetica come opportunità reale che richiede un consenso diffuso, nella consapevolezza ogni salto tecnologico come questo è un processo complesso e rivoluzionario (oltre che necessario), che comporta anche degli errori. Contro una visione positiva della transizione operano le forze, trasversali, della conservazione che troppo spesso alimentano il dibattito con informazioni errate e fuorvianti, se non vere e proprie fake news, finendo per rappresentare la transizione stessa come null’altro che un dispositivo invasivo, speculativo e tecnocratico. Contro questa narrazione e i rischi connessi, bisogna incentivare i meccanismi di partecipazione democratica dei territori, evidenziando e costruendo con essi tutte le opportunità esistenti”.

“La transizione energetica - secondo Lanorte - ha anche bisogno di azioni di decarbonizzazione basate sull’aumento dell’efficienza energetica in edilizia e nei settori produttivi. L’efficienza è la seconda gamba della transizione e la terza è sicuramente il cambiamento negli stili di vita, ma nell’una nell’altro possono essere sufficienti. Così come strumenti straordinari come le Comunità Energetiche Rinnovabili, anche in termini di sincronizzazione tra produzione e consumo, non possono bastare da sole. Né è realistico pensare che i tetti possano accogliere tutto il fotovoltaico di cui abbiamo bisogno. Tuttavia, è assolutamente possibile fare fotovoltaico senza consumo di suolo”.

“Le aree interne e il Mezzogiorno – conclude Lanorte - devono essere centrali per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica, È soprattutto qui che serve un grande piano industriale che punti su rinnovabili, reti, accumuli, economia circolare. Un piano che sia una grande occasione di rilancio economico e occupazionale per questi territori. La Basilicata è una delle Regioni più attrattive in Italia nel settore delle rinnovabili. Le performance regionali sull'avanzamento dei procedimenti autorizzativi è tuttavia ancora troppo lento. Serve allora snellire e velocizzare gli iter autorizzativi, accelerando sulla realizzazione dei grandi impianti a fonti pulite, sul revamping e repowering dell'eolico (con possibilità di ridurre il numero di turbine a parità di potenza installata), sull’agrivoltaico laddove compatibile con le produzioni agricole (e su una superficie complessiva inferiore all'1% della SAU regionale), sul fotovoltaico a terra in aree non destinabili ad altri scopi, su reti elettriche e accumuli, sulla diffusione delle comunità energetiche e degli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biometano. La nostra Regione può riscattarsi dal suo passato e presente fossile per diventare uno dei centri nevralgici per la produzione da rinnovabili in Italia e in Europa”.

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