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Questa sera, alle ore 19:00, presso Palazzo Giannantonio a Pisticci, si terrà la presentazione del libro Zero non esiste di Enzo Capuano.
A dialogare con l’autore sarà Terenzio Bove, insegnante e studioso, autore di libri dedicati alla storia locale della Val d’Agri che continua a custodire e trasmettere la memoria delle comunità lucane con passione didattica e rigore civile.
Zero non esiste è un’opera che parte dalla memoria privata per abbracciare la storia collettiva, il paesaggio umano e civile della Basilicata.
Protagonista indiretto del racconto è Eduardo Capuano, padre dell’autore, funzionario tecnico del Consorzio di Bonifica dell’Alta Val d’Agri: un uomo che ha lasciato dietro di sé un archivio di azioni, progetti, appunti – tracce concrete di una vita improntata alla dedizione e al servizio pubblico.
Enzo Capuano ne ricostruisce la figura attraverso carte, diari e ricordi, componendo un ritratto delicato e sincero.
"Intorno a lui si muovono figure centrali del riscatto agricolo e sociale del Mezzogiorno: da Eugenio Azimonti, agronomo venuto dal Nord con una visione moderna e operosa, a Manlio Rossi-Doria – fondatore della Scuola di Portici – che fu legato ad Azimonti e che, dopo la prematura scomparsa di Rocco Scotellaro, ne curò con attenzione le opere postume."
E ancora Decio Scardaccione, Emilio Colombo: uomini che, insieme a Eduardo Capuano, contribuirono – in modi diversi – a costruire un’idea concreta di progresso, fondata su istruzione, tecnica e impegno civile.
Ma Zero non esiste non è soltanto una ricostruzione storica.
È anche un racconto attraversato da affetto e pudore, dove le vicende pubbliche si intrecciano con legami familiari profondi.
Tra le pagine più toccanti, c’è il momento in cui l’autore assiste il padre ormai anziano, in ospedale, accarezzandolo con il rasoio, in un gesto che è molto più di una semplice cura: è un atto d’amore struggente.
«Con delicatezza gli facevo la barba e osservavo le piccole macchie sparse sulla sua pelle, come isole di un tempo infinito. Cercavo i suoi occhi, quelli che cerco anche quando è buio, con i miei dubbi, con le mie incertezze, con le mie paure.»
È uno degli ultimi momenti vissuti insieme: un frammento di cura, di vicinanza, di tenerezza, che restituisce con potenza il senso della memoria, dell’eredità silenziosa, del legame indissolubile tra padre e figlio.
Capuano dà voce a una generazione che ha creduto nel progresso senza retorica, nell’istruzione come emancipazione, nella tecnica come strumento di giustizia sociale.
Una generazione che non ha preteso di cambiare il mondo da sola, ma ha reso possibile – giorno dopo giorno – il cambiamento.
Zero non esiste è anche un libro politico, nel senso più alto del termine: parla della cura per il bene comune, della responsabilità verso il territorio, della dignità del lavoro, della memoria come forma di civiltà.
E lo fa con una scrittura limpida e partecipe, in cui emozione e rigore si tengono per mano.
Un libro che commuove, informa, interroga.
E che ci ricorda – come scrive Capuano, citando Adriano Gallevi – che:
“Gesù veniva da Sud. E il suo pellegrinare terminò a Eboli: non aveva bisogno di andare oltre.
Aveva ritrovato nella Lucania una regione impregnata di sudore, dolore, fatica, una terra dalle emozioni semplici ma profonde, un paese che gli ricordava i suoi luoghi, la sua gente, la sua famiglia.
Cristo ne fu così incantato che a quei luoghi affidò la custodia del tempo.”