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Cifarelli PD, colpo di scena alla Lucana Film Commission

Martedì, 07 Dicembre 2021

Il Consiglio generale della Fondazione Lucana Film Commission ha revocato l’incarico a Roberto Stabile Presidente della Fondazione nominato a novembre dello scorso anno.

La motivazione della improvvisa defenestrazione è da ricondurre alle dichiarazioni di Stabile rilasciate al quotidiano La Repubblica l’11 novembre ritenute lesive sia delle due città capoluogo, sia dell’Ente Regione nel suo complesso. Così il Capogruppo regionale del Partito Democratico Roberto Cifarelli.

Il massimo rappresentante della Film Commission Lucana aveva denunciato le manchevolezze delle amministrazioni comunali di Potenza e Matera distratte, a suo dire, da inutili e provinciali battaglie di campanile e soprattutto la debolezza della Regione guidata da una maggioranza divisa e poco coesa incapace di sostenere l’attività della Film Commission con provvedimenti amministrativi coerenti alla sua mission.

Senza entrare nel merito delle ragioni e dei torti di ognuno, questa vicenda, però, lascia chiaramente trasparire il doppiopesismo degli attuali amministratori regionali.

Infatti, se ad alcuni dirigenti di nomina politica, come il DG dell’ARPAB Tisci vengono perdonate dichiarazioni fuori luogo altrettanto lesive dell’immagine dell’Agenzia e della Regione Basilicata, con altri, con un curriculum di tutto rispetto e meno amico come Alberto Stabile, si passa alle “maniere forti”…. senza remissione di peccato.

Insomma, - continua l’esponente del Partito Democratico - con gli amici le dichiarazioni pubbliche si “interpretano” senza sanzione alcuna, invece a chi non si allinea al pensiero unico dominante si applica la punizione più severa.   

Tutto ciò poi avviene in un ambito, quello culturale e cinematografico, in cui la creatività, l’estro, la circolazione delle idee, in pratica la libertà di pensiero dovrebbero segnare la differenza tra l’ordinaria e stanca amministrazione e l’amministrazione virtuosa di un soggetto con finalità pubbliche così particolari.

Quanto è avvenuto – conclude Cifarelli - rappresenta l’ennesimo segnale di debolezza di una maggioranza che avendo poche idee e confuse crede di poter risolvere le sue contraddizioni a colpi di “editti bulgari” senza accorgersi di trovarsi con i titoli di coda già sullo schermo.