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Eventuale chiusura scuole obbligo fa discutere: Cgil, Cisl e Uil si oppongono e contestano Giunta Bardi, il sindaco di Tursi è favorevole

Mercoledì, 11 Novembre 2020

"Si può non essere perplessi di fronte alla proposta del presidente Bardi che, per non essere in grado di garantire assistenza sanitaria e trasporti sicuri, propone di interrompere tutte le attività didattiche in presenza, a partire dalle elementari?

Nella giornata di martedì 10 il presidente Bardi ha convocato con urgenza una video-riunione per sottoporre alle organizzazioni sindacali della Scuola, e a varie rappresentanze istituzionali (Presidenti delle Provincie, ANCI, Ufficio Scolastico Regionale) l’ipotesi, già avanzata in un comunicato dei giorni scorsi, di interruzione di tutte le attività didattiche in presenza, scuola primaria inclusa, per un periodo ipotizzato in 10-15 giorni.

Già nei giorni scorsi avevamo indicato in un comunicato tutte le nostre preoccupazioni a fronte di una simile ipotesi: una cosa è garantire a chi opera nel mondo della scuola (studenti e lavoratori) tutte le condizioni di sicurezza e tutela della salute, altra cosa è contrapporre salute e diritto all’istruzione. Quest’ultima scelta sarebbe la conseguenza e la prova dell’incapacità di garantire la prima.

Quello che riscontriamo in questi giorni ne è la drammatica testimonianza: l’indice di contagio Rt (1,73) è tra i più alti d’Italia, per 152 casi di positività non è stata ricostruita la catena di contagio (come attestato dall’Istituto Superiore di Sanità nel suo report settimanale) e questo sta a indicare che il sistema di tracciamento è saltato con tutte le implicazioni in termini di imprecisa valutazione del rischio, per non parlare della carenza di posti letto, del mancato potenziamento della sanità territoriale e di un sistema dei trasporti che non consente a cittadini e lavoratori di viaggiare in sicurezza. Addirittura riceviamo continue segnalazioni di lavoratrici e lavoratori a casa in isolamento fiduciario a cui scade il periodo di quarantena senza che siano stati sottoposti a tamponi o altre misure diagnostiche.

Ribadiamo quello che avevamo già detto nei giorni scorsi: quello che osserviamo ora è il frutto delle mancate scelte e dell’inazione dei mesi scorsi e della errata convinzione che la pandemia fosse un problema ormai alle spalle. Ricordiamo bene come nell’incontro con la Giunta regionale prima dell’avvio dell’anno scolastico abbiamo dovuto correggere l’affermazione dell’Assessore alla Sanità che “nella scuola primaria il problema era minimo perché in quella fascia di età i bambini non si contagiano e non sono infettivi” (affermazione ora smentita anche dai dati forniti ieri dal Presidente Bardi), così come ricordiamo bene l’intervento del rappresentante di una sigla sindacale (che ora si erge a difensore della salute dei lavoratori) fare dell’ironia sulle misure di contenimento da applicare nella scuola primaria.

Il protocollo nazionale di sicurezza è stato voluto e sottoscritto dalle organizzazioni sindacali per avere forme di intervento e di tutela di chi lavora e opera nella scuola, che, per questo, risulta essere un luogo più sicuro e meglio organizzato, sia in termini di controllo che di rispetto delle regole di sicurezza, della gran parte degli spazi pubblici frequentati dai nostri ragazzi. È il mancato rafforzamento delle misure “esterne” alla scuola che ora invece determina inevitabilmente l’aumento dei problemi sanitari e il conseguente ricorso alla soluzione “più semplice”: ridimensionare l’offerta educativa, con misure persino più restrittive di quelle previste per le zone “rosse”.

Deve essere pertanto chiaro che Cgil Cisl e Uil non sono contrari per principio a provvedimenti di chiusura, ritenendo l’attività scolastica in sicurezza e la salute dei lavoratori e degli studenti beni primari e non negoziabili, ma devono essere altrettanto chiare le responsabilità politiche di chi ne ha determinato le condizioni e non ha fatto nulla perché ciò accadesse, provocando disagio nelle famiglie, comprimendo il diritto allo studio di migliaia di studenti, allargando la povertà educativa nella nostra regione".

E' quanto dichiarano, in una nota stampa, i Segretari Generali di Cgil (Angelo Summa), Cisl (Enrico Gambardella), Uil (Vincenzo Tortorelli), Flc Cgil (Paolo Fanti), Cisl Scuola (Ivana Barbacci), Uil Scuola (Luigi Michele Veltri).

Di avviso opposto è il sindaco di Tursi, Salvatore Cosma, si cui proponiamo integralmente la sua nota:

"All’alba dello scoccare della Zona Arancione anche per la nostra regione a causa dell’aumento incontrollato dei nuovi casi positivi e a fronte di un sistema sanitario che è in sofferenza, difendo in maniera decisa la posizione assunta con altri colleghi sindaci di chiusura preventiva delle scuole di ogni ordine e grado nella nostra regione al fine di tutelare l’incolumità e la salute di tutte le figure che gravitano nell’ambiente scolastico, dai docenti, al personale ATA passando per il personale di segreteria e gli stessi alunni.
A fronte di chi sostiene che bisogna scongiurare la chiusura dei plessi scolastici, mi sento in dovere di precisare e ricordare loro che l’elevato rapporto dell’indice di contagiosità che registriamo oggi nella nostra regione è di poco sotto quello che si registra nella regione italiana più colpita e cioè la Lombardia.
Un dato allarmante che dovrebbe mettere nelle condizioni innanzitutto il governo nazionale e poi le singole regioni affinché, cosi come si fermano le attività commerciali quali bar, pizzerie, ristoranti ed altro, allo stesso modo vada fermata la circolazione per motivi di studio.
Trovo necessario uno stop alle attività didattiche per almeno un mese e laddove non sia possibile garantire ancora la didattica a distanza dopo il primo lockdown a cui siamo stati sottoposti nel marzo scorso, valutare di recuperare i giorni di scuola per raggiungere il numero legale previsto dalla legge, nel periodo estivo proprio come successo ad esempio con le manifestazioni sportive di interesse nazionale ed internazionale.
Trovandoci in un momento di nuova emergenza, ritengo ancora una volta, che la salute venga prima di ogni altro aspetto, fermo restando che se si riuscisse a garantire adeguatamente la DaD grazie allo sforzo di tutti che ringrazio nuovamente per quanto fatto e fanno ancora oggi, dalle famiglie ai docenti al personale di segreteria, non sarebbe male stoppare e magari riprendere all’inizio del 2021 dove sembra che all’orizzonte ci saranno le prime dosi di vaccino disponibili.
Intanto oggi dobbiamo difenderci e migliorare il sistema sanitario, dai posti letto al numero di tamponi che, ancora nella nostra regione risultano essere insoddisfacenti dopo l’annuncio del presidente Bardi che saremmo arrivati a processare 3000 tamponi al giorno ma quando però non è dato saperlo a quasi un anno dall’inizio di questo incubo.
Concordo la prima parte della nota redatta dall’Anci Basilicata in merito al fatto che i Sindaci non possono sostituirsi ai governi regionali e nazionali ma non condivido la posizione assunta sul fatto di tenere le scuole aperte a tutti i costi. A tal proposito mi auguro che l’azione condivisa da parte di alcuni primi cittadini come il sottoscritto in merito alla chiusura delle scuole, possa essere da sprono e da riflessione per chi è deputato per tali decisioni al fine di garantire anche un’omogeneità nelle decisioni a livello sia regionale che nazionale."