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“La decisione, in questo momento necessaria, di prevedere qualche giorno di didattica a distanza per le scuole primarie e secondarie di primo grado, servirà a diminuire la diffusione del virus e la conseguente pressione sulle strutture ospedaliere lucane”.
E' quanto dichiara il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nello spiegare le motivazioni che ha indotto il governo lucano ad adottare l'ordinanza di chiusura di tutte le scuole primarie e secondarie di I grado (quelle di II grado erano state già chiuse) del territorio.
“Se da un lato - prosegue il governatore - è acclarato che, in caso di positività al Covid-19, in età pediatrica esiste una ridotta propensione a sviluppare sintomi della malattia, dall’altro è scientificamente provato che nei soggetti più piccoli la carica virale è uguale, talvolta superiore, a quella degli adulti. E questo binomio, assenza di sintomatologia e possibilità di infettare persone più deboli, soprattutto fuori dall’ambiente scolastico, rischia di far crescere ulteriormente la curva dei contagi. E non possiamo permettercelo.
Sulla base del monitoraggio condotto dalla task force regionale nel periodo che va dal 24 settembre, ovvero dall’avvio delle attività scolastiche, fino allo scorso 12 novembre, abbiamo registrato incrementi percentuali significativi di casi positivi: del 261,90 per cento per le fasce di età della scuola primaria, del 173,17 per cento per quelle della secondaria di I grado e del 237,14 per cento per quelle della secondaria di II grado”.
“Numeri che sono in linea con l’aumento dei contagi tra i soggetti adulti - afferma Bardi - e che contribuiscono a consegnare alla Basilicata un indice Rt pari a 1,63 nella settimana che va dal 2 all’8 novembre, con la conseguenza che la classificazione del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità colloca il nostro territorio in uno scenario compatibile con il 3 e tendente al 4, ossia quello a rischio molto alto”.
“Ho adottato questo provvedimento - conclude l'ex generale - anche dopo aver sentito il parere dell’Anci e di tutte le componenti dell’unità di crisi. Al netto delle critiche costruttive, delle polemiche strumentali, delle possibili diversità di visione sulle azioni da mettere in campo per contrastare l’epidemia, chi ricopre un ruolo di governo, dopo aver condiviso e valutato ogni aspetto con tutti gli attori coinvolti, deve prendere una decisione. E assumendomene la piena responsabilità politica, con l’ultima ordinanza ho scelto di far prevalere l’interesse pubblico legato alla salvaguardia del diritto primario alla salute dei ragazzi e delle loro famiglie”.