Oltre 500 ettari di territorio sarebbero così esposti al rischio di inondazioni per esondazioni fluviali e mareggiate. Lo indicano i risultati del progetto europeo Savemedcoasts-2, presentati presso la sala conferenze dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che coordina il consorzio di ricerca.
“La zona del Basento presenta una forte erosione costiera: il retroterra, che si trova dietro una fascia di dune, è più basso del livello del mare: questo significa che se il mare dovesse alzarsi superando questa barriera, potrà allagare diversi chilometri quadrati di costa”, spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’Ingv e coordinatore del progetto.
“La fascia costiera qui è molto lunga e non possiamo pensare di proteggerla costruendo barriere come il Mose di Venezia: per questo serve una forte riduzione dei gas serra, una strategia globale che parte dai nostri comportamenti quotidiani. Proprio per aumentare questa consapevolezza, il progetto Savemedcoasts-2 si è impegnato in un’intensa attività di divulgazione a partire dalle scuole: ancora oggi nei libri scolastici si parla di cambiamento climatico facendo riferimento alla siccità e alla desertificazione, ma in realtà bisogna considerare anche i forti impatti ambientali e socio-economici che potranno derivare dall’innalzamento dei mari”.