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Lavoratori stagionali: “Diritti umani violati, vergogna senza fine”

Lunedì, 18 Luglio 2022

Anche quest’anno siamo stati profeti di facili sventure. Cambiano i musicisti ma la musica è sempre la stessa, anzi la situazione peggiora sempre di più. Già dal mese di marzo 2022, per la precisone il giorno 25, c’è stata la riunione del tavolo anti caporalato nella Prefettura di Potenza e la nostra Associazione non è stata convocata. È chiaro il disegno di non far partecipare chi è critico con le solite politiche di emergenza poste in essere dalle Istituzioni.

Con PEC del 28 marzo è stata fatta richiesta al Prefetto di Potenza circa la motivazione dell’esclusione dall’incontro (visto che abbiamo sempre partecipato), ma nessuna risposta è arrivata in merito. Tanto è che il 9 giugno si è riunito di nuovo il tavolo e la nostra Associazione continua ad essere tenuta fuori. Noi non ci arrendiamo e continuiamo con la nostra opera ad essere sul campo e ad operare al fine di tutelare gli ultimi e gli invisibili cercando di porre fine ad uno stato di cose intollerabile di vera e propria violazione dei diritti umani. Chiacchiere e nessun fatto sul fronte dell’accoglienza.

Al tavolo del 9 giugno oltre ad una analisi sulla realizzazione di alcune strutture che dovranno essere avviate in regione, del tutto insufficienti, di cui non è stata posta ancora la prima pietra, la Regione Basilicata ha preso un solenne impegno circa l’attivazione del Centro di dis-accoglienza nell’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio tra la fine del mese di giugno e l’inizio del mese di luglio.

Ad oggi, come sempre, siamo oltre la metà del mese di luglio e non si parla ancora di nulla nonostante l’arrivo di molti lavoratori che ancora una volta alloggiano in strutture di fortuna prive di luce e di acqua. Anche quest’anno si parlerà di sgomberi? A nulla sono servite le nostre denunce già nel mese di aprile. Apprendiamo con soddisfazione che altre voci si sono aggiunte alla nostra, ma il problema non cambia.

A cosa servono tutte quelle riunioni se poi nei fatti si torna indietro nel tempo e si regredisce anche rispetto ai contratti provinciali e alle responsabilità delle parti datoriali? Negli anni precedenti è stato previsto, in alcune condizioni, l’alloggio ed il trasporto in capo ai datori di lavoro, ma siamo punto e a capo. Ma come è possibile pensare di raggiungere i posti di raccolta dei prodotti sparsi per tutto il territorio se è previsto un solo centro e per altro in molti casi distante dai terreni interessati? Come è possibile aprire un “ghetto istituzionale” che è una baraccopoli in una struttura al limite dell’agibilità con scarsi servizi igienici e pochi punti di cottura dei cibi peraltro pericolosi? Come mai si prevede un centro che accoglie circa 300 lavoratori a fronte dei 900 che arrivano solo sul territorio dell’Alto Bradano? Per quale ragione si tengono fuori dai tavoli le Associazioni che operano sul campo e conoscono bene i problemi? Non a caso noi siamo stati costretti a sporgere denuncia alla Corte Europea in collaborazione con ADU (Avvocati dei Diritti Umani). Noi diciamo basta al solito rito inutile dei tavoli che producono solo chiacchiere e fatti zero. La realtà non può più essere sottaciuta e noi non ci stancheremo di attenzionare tutti gli Organi preposti per mettere fine a questa ingiustizia. Le Istituzioni sono a conoscenza della Legge Regionale n. 13 del 6 luglio 2016 che non ha mai trovato attuazione? Basta chiacchiere.

Così in una nota l’Associazione Migranti Basilicata- Francesco Castelgrande