Giovedì, 13 Novembre 2025

La Basilicata sta vivendo una fase di emergenza idrica. È un dato di fatto ed è evidente a tutti: gli invasi si abbassano, le erogazioni diminuiscono e le aziende programmano “a intuito”, perché le informazioni ufficiali arrivano con la stessa frequenza delle grandi piogge: non abbastanza.
Siamo già in ritardo, e ogni settimana persa significa una stagione compromessa.

Sabato 8 novembre si terrà un incontro riservato tra i produttori agricoli del Metaponto, quelli dell’area del Vulture–Melfese, il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani e l’associazione “Difendiamo il Territorio”. Da questo confronto nascerà il coordinamento unico dei produttori agricoli della Basilicata, una struttura pensata per parlare con una sola voce e con una strategia comune.

È uscito il film “La vita va così” di Riccardo Milani, ispirato alla storia reale di Ovidio Marras: un pastore sardo che ha difeso la propria terra per oltre vent’anni contro un progetto edilizio milionario.

Al 27 ottobre la diga di Montecotugno contiene poco più di 38 milioni di metri cubi. In qualunque sistema moderno di gestione idrica, un livello simile avrebbe già comportato l’attivazione di una struttura straordinaria, con poteri operativi e responsabilità definite. In Basilicata non è accaduto, e la crisi non riguarda più soltanto gli agricoltori: coinvolge imprese, servizi e, se la tendenza prosegue, anche i cittadini lucani e pugliesi.

Segue nota stampa inviata in redazione dal Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani

Il Consiglio Regionale del 22 ottobre, convocato per affrontare la crisi idrica, si è concluso senza alcun atto concreto: un fatto che parla da sé, mentre il territorio continua ad attendere risposte. Un’altra occasione mancata, in un momento in cui la Basilicata non può più permettersi rinvii.
La Regione non è più in preallerta: è in piena emergenza idrica. 
Per alcuni invasi si è già scesi sotto la soglia di esercizio, con livelli inferiori ai limiti di sicurezza. Senza interventi immediati e decisioni coordinate, le colture autunno-vernine e le filiere produttive rischiano danni irreversibili. 
I dati sono pubblici e inequivocabili, disponibili sul sito dell’Autorità di Bacino della Basilicata: 
http://www.adb.basilicata.it/adb/risorseidriche/dispoidriche/sceglidatidighe.asp 
Chi governa non può più fingere di non sapere: l’immobilismo è ormai corresponsabilità.
Qualcuno ha definito il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani “solo un’e-mail” o “un soggetto fantasma”. 
È vero: non abbiamo sedi né simboli. Ma abbiamo ciò che spesso manca — metodo, competenze e senso civico. 
Abbiamo trasmesso alla Terza Commissione Consiliare Permanente un documento tecnico, regolarmente protocollato, con proposte concrete, operative e verificabili. Tutto messo nero su bianco, come chiediamo da tempo anche alle istituzioni.
Abbiamo denunciato i problemi con numeri, non con slogan, e indicato soluzioni pratiche. Se questo è un errore, lo rivendichiamo con orgoglio. Perché la verità, quando è supportata dai dati, non divide: orienta. 
E se agire con metodo e trasparenza è una colpa, allora sì — ne siamo colpevoli. Ma continueremo a esserlo, finché la Basilicata non passerà dai tavoli del “faremo” ai fatti concreti.
Abbiamo fatto la nostra parte: analizzare, proporre, consegnare. 
E ora leggiamo che alcuni rappresentanti politici si dicono “pronti ad ascoltare il Comitato”. Li ringraziamo, ma non abbiamo bisogno di essere ascoltati: abbiamo già proposto, con chiarezza e rispetto istituzionale. Nel caso avessimo bisogno di ascolto, andremmo da chi lo fa per mestiere. Alla politica, invece, spetta un compito diverso: agire. E farlo subito. Perché ogni giorno di immobilismo non è più attesa: è perdita, economica e civile. 
Ogni minuto di ritardo aggrava una crisi che non è più emergenza, ma sistema. Le dighe non si svuotano per caso: si svuotano quando manca la programmazione. 
E quando il tempo finisce, non servono giustificazioni — servono decisioni.
È il momento del coraggio, della responsabilità e del fare. Chi ha sbagliato, chi ha sottovalutato la gravità della situazione, chi ha preferito il silenzio alla trasparenza, deve assumersi le proprie responsabilità. 
E siamo certi che, con onestà istituzionale, chi ha sbagliato saprà farsi da parte.
Non cerchiamo riflettori né polemiche. Parliamo di problemi reali e di soluzioni concrete, perché la credibilità non nasce dai proclami ma dai risultati. Da mesi si parla di “resilienza”, come se bastasse resistere per cambiare le cose. 
Ma la resilienza, senza una strategia e senza dati, è solo inerzia travestita da virtù. La Basilicata non ha bisogno di resistere: ha bisogno di pianificare, decidere, agire.
Noi continueremo a lavorare con metodo, rispetto istituzionale e trasparenza, perché crediamo nei fatti, non nei titoli. 
Serve coraggio, visione e responsabilità. 
Perché la fiducia dei cittadini non si difende con le parole, ma con la concretezza dell’azione.
E serve anche una comunità che torni a interessarsi del proprio destino. 
Questa non è solo una crisi idrica: è una crisi di attenzione collettiva. 
Invitiamo ogni lucano — agricoltore, professionista, studente o amministratore — a informarsi, partecipare e chiedere verità sui dati e sulle decisioni. 
Ne va del futuro di tutti noi.
E se qualcuno pensa che una formica non possa muovere un elefante, si ricordi che quando più formiche si mettono in cammino, anche l’elefante dell’indifferenza comincia a tremare. 
E oggi, siamo certi, quell’elefante sta davvero tremando: segno che l’indifferenza non è più un alibi, ma un limite che comincia a cedere. 
Perché quando i cittadini si uniscono con metodo e coraggio, persino l’immobilismo è costretto a muoversi.
Perché governare non significa spiegare i problemi, ma risolverli. 
E il futuro, in Basilicata, non si aspetta: si costruisce. Qui. Adesso.

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