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“Abbiamo proposto al Presidente Pittella di ritirare la delibera con la quale sono state effettuate modifiche all’ordinamento amministrativo del consiglio regionale che determinano un significativo aumento dei costi per il personale dipendente e per i collaboratori esterni da assegnare alle segreterie particolari dell’Ufficio di Presidenza”.
La stampa ha, giustamente, attenzionato il provvedimento recentemente approvato dalla maggioranza in consiglio regionale che ha abolito l’obbligo di rendicontare 1950 euro (obbligo di rendicontazione avviato con PDL primo firmatario Lacorazza X Legislatura) e aumentato l’importo delle somme a disposizione per le spese dei collaboratori dei gruppi consiliari.
Mancata nomina della Giunta e rinvio del Consiglio regionale, i consiglieri di opposizione chiedono un incontro urgente al Prefetto di Potenza “per rappresentare le perplessità e le serie preoccupazioni per il permanente ritardo nella nomina degli organi del Consiglio e dell’esecutivo”.
E’ spirato inutilmente il termine del 30 maggio entro il quale Bardi, in quanto Commissario ad acta, avrebbe dovuto reperire i fondi, oltre 50 milioni, per sanare il deficit delle Aziende sanitarie lucane ed approvare il bilancio consuntivo 2023.
Quando abbiamo denunciato il rischio di commissariamento della sanità lucana Bardi ha smentito e ha mentito. Perché le delibere 348, 349 e 353 approvate dalla Giunta uscente in tutta fretta lo scorso 30 aprile (come documentato da Nino Grasso su ‘La Nuova del Sud’) per provare a colmare i 50 milioni di buco dopo i 24 recuperati in campagna elettorale di fondi dello sviluppo, mostrano come il problema c'era eccome, e come più che un problema finanziario, anche alla luce di liste di attesa e mancanza di servizi, si tratti di mancanza di capacità di gestione a cui non si può fare fronte con continue ‘pezze’”.