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“A distanza di due anni dalla nostra prima proposta, come Cgil, di individuare la Basilicata come hub energetico dell'idrogeno e di indirizzare le politiche di sviluppo produttivo, nel passaggio al no oil, su settori produttivi della green economy ad alto valore aggiunto e occupazionale, apprendiamo con soddisfazione che la Regione Basilicata ha finalmente gettato le prime basi per cogliere appieno le potenzialità di investire nel campo dell’idrogeno quale opportunità di sviluppo economico e produttivo della nostra regione, soprattutto in questa fase di transizione ecologia e di passaggio dalle produzioni oil&gas a quelle no oil”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa commentando la notizia della candidatura della Regione al bando del Mit per il Pnrr.
“Occorre subito che la Regione, le istituzioni nazionali e i parlamentari lucani assumano una iniziativa concreta a tutela del lavoro e dello sviluppo della Basilicata. Sono troppo le vertenze aperte a cui bisogna dare risposte con urgenza. Dall’ex Auchan a Tfa, dalla Coopbox alla Ferrosud. Ai lavoratori che in questi giorni stanno protestando per difendere il proprio posto di lavoro va tutta la solidarietà e l’impegno della Cgil lucana”.
"È necessario convocare immediatamente un tavolo regionale per tutelare i circa 40 lavoratori dipendenti della Coopbox di Ferrandina la cui proprietà ha annunciato la chiusura dello stabilimento".
“Al netto degli incontri interlocutori avvenuti con le competenti Autorità di Gestione circa un anno fa, nel corso dei quali Cgil, Cisl e Uil Basilicata hanno strasmesso una serie di proposte articolate e complete su ciascun obiettivo di policy, a oggi nulla è dato sapere su quanto avviene in materia di programmazione europea in Basilicata”.
“Sulla stampa nazionale di questi giorni, tra i progetti all’avanguardia per il raggiungimento degli obiettivi Zero immissioni, è stato dato molto risalto alle nuove tecnologie per catturare e trasformare l’anidride carbonica in risorsa: gli innovativi progetti denominati Ccus (Carbon Capture Utilizzation and Storage). Anche in questo nuovo settore, come per l’idrogeno, il maggiore investitore è l’Eni.