Venerdì, 29 Marzo 2024

L’UPI di Basilicata, per il tramite del presidente Piero Marrese e del vice, Christian Giordano, è intervenuta su uno dei temi più “caldi” di questo periodo: gli aumenti per le forniture di energia e gas, con ovvio riferimento alle scuole superiori lucane, i cui servizi sono a carico delle Province.

"Qui in Italia, l’aumento dei costi di produzione del pane non è stato ancora riversato del tutto sul consumatore finale, sono le imprese che stanno scontando una serie di rincari, ad iniziare dalla crescita del 30% degli imballaggi ad arrivare all’aumento del costo dell’energia del 300% nei primi mesi dell’anno".

La denuncia arriva dalla CNA che sottolinea come:

“gli aumenti si sono iniziati a vedere già a partire dallo scorso anno con il rincaro del grano e di tutte le materie prime dovuto al fatto che i Paesi oggetto della pandemia hanno riavviato la produzione contemporaneamente, ritrovandosi a rispondere anche a una ripresa massiccia della domanda.

A tutto questo si è aggiunta la siccità che ha colpito raccolti statunitensi e canadesi, con un inevitabile aumento dei costi delle farine.

Senza interventi concreti sia da parte del Governo nazionale che da parte della Regione Basilicata per l’abbattimento delle bollette energetiche saranno veramente poche le imprese che entrate nell’autunno ne verranno fuori ancora attiva alla fine dell’inverno!”

Dal settore del mobile imbottito, in provincia di Matera, arriva l’allarme materie plastiche.

L’unico produttore europeo di TDI (Diisocianato di Toluene, la molecola da cui si ottiene il poliuretano e altri materiali plastici) una multinazionale tedesca, nei prossimi giorni fermerà la produzione a causa degli elevati costi energetici.

Non solo i salottifici, ma tutte le imprese che utilizzano materie plastiche a base poliuretanica saranno in difficoltà.

Per questo, si preannuncia un massiccio ricorso alla cassa integrazione.

Sono diversi i settori merceologici interessati.

Il mobile imbottito per il poliuretano espanso utilizzato nelle imbottiture e per gli imballaggi.

Altri settori per il polistirolo e le diverse materie plastiche.

Importare il TDI dagli USA o dalla Corea del Sud (unici Paesi in cui sono localizzati gli altri due produttori mondiali) è impensabile per svariati motivi.

Pertanto, la carenza di questo materiale fermerà le produzioni anche in Italia.

Il Presidente della Sezione Legno-Arredamento di Confapi Matera, Luca Colacicco, ha segnalato la questione alla Confapi nazionale ma il problema è evidentemente di portata internazionale ed è una delle conseguenze della guerra russo-ucraina, cui si accompagnano le speculazioni mondiali sui costi energetici.

Il Presidente Colacicco sottolinea:

“Il paradosso è che in questo periodo le imprese del mobile imbottito hanno fatto il pieno di ordini, sono attive in tutte le fiere di carattere internazionale e stanno beneficiando della debolezza dell’euro per le loro esportazioni.

Pertanto, doversi fermare per la carenza di materie prime, come effetto della crisi energetica, addensa nuove nubi sul settore e sulla tenuta occupazionale delle imprese labour intensive per antonomasia, come quelle di produzione di divani.

L’uso del TDI trova largo impiego nella produzione del poliuretano espanso flessibile, il materiale utilizzato per la produzione dei cuscini di seduta e delle spalliere dei divani, ma questa molecola di base è ampiamente utilizzata nei cicli produttivi di molti altri settori industriali, per cui il problema potrebbe assumere dimensioni enormi se non sarà risolto in tempi brevi.

Le aziende produttrici ricorrono a escamotage come quello di adeguare la modellistica, progettando divani dalle linee più sobrie ma meno accoglienti, che richiedono un minor impiego di poliuretano espanso, ma i grossi fornitori ancora in produzione fanno sapere che, al momento, sono in grado di soddisfare soltanto il 50% della richiesta; naturalmente, oltre ad avere aumentato a dismisura i prezzi.

Tutto questo ci deve indurre a riflettere e a spingere verso la ricerca e l’uso di materiali alternativi, bisognerebbe coinvolgere sempre più gli Enti di ricerca e le Università, ovviamente questo non risolverebbe nell’immediato il problema ma potrebbe migliorare, nel tempo, l’offerta e la qualità dei materiali utilizzati e, quindi, renderci più competitivi”.

Il segretario generale della Femca Cisl Basilicata Francesco Carella lancia l’allarme sulla tenuta del sistema produttivo alle prese con il forte rincaro della bolletta energetica.

La corsa al rialzo dei prezzi dell’energia rischia di diventare una grave minaccia per l’intero comparto della meccanica ed elettronica della regione.

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