Venerdì, 19 Aprile 2024

Il dato diffuso a margine del secondo e ultimo modulo del corso di educazione finanziaria promosso dalla Banca d’Italia insieme a Cgil, Cisl e Uil

Si è tenuto il secondo e ultimo modulo del corso di educazione finanziaria dal titolo «Le donne contano anche nel mondo del lavoro», a cura della Banca d’Italia in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, che ha registrato la partecipazione di numerose donne sindacaliste. Temi della giornata sono stati gli strumenti di pagamento elettronici, l’home banking e la sicurezza informatica. Per il coordinamento donne della Cisl Basilicata «è stata l’occasione per focalizzare l’attenzione sul legame tra donne, denaro e rapporto di lavoro, considerando che nell’analisi dei divari di genere nel mercato del lavoro e del sistema previdenziale, come emerge dai dati Inps, si rileva che i principali elementi che caratterizzano questo divario sono le differenze retributive e dei percorsi di carriera, le differenze contrattuali e la maggiore discontinuità lavorativa, la diversa distribuzione del lavoro di cura in ambito familiare e le conseguenti ricadute di tutto ciò sui trattamenti previdenziali».

In Basilicata, ricorda ancora il coordinamento donne della Cisl, «il differenziale retributivo tra uomo e donna è stimato intorno al 10 per cento, sia per quanto riguarda la retribuzione annua che il salario giornaliero. Inoltre, le donne lucane lavorano meno giorni degli uomini: se gli uomini lucani lavorano in media tra i 213 e i 224 giorni, le donne lucane lavorano in media tra i 200 e i 213 giorni, quindi in media da 16 a 20 giorni in meno degli uomini, a testimonianza della larga diffusione del contratto part-time volontario e forzato che caratterizza il lavoro femminile lucano, con pesanti conseguenze sul futuro reddito da pensione».

Sempre secondo il coordinamento donne «il tasso di occupazione dal periodo post pandemia sta registrando un leggero e costante miglioramento, per cui confrontando il terzo trimestre del 2019 con il terzo trimestre del 2023 risulta che l’occupazione femminile lucana è aumentata del 4,8 per cento, portando la Basilicata ad avere un’occupazione femminile pari a quasi il 40 per cento, prima tra le regioni del Mezzogiorno ma comunque di quasi venti punti percentuali sotto la media nazionale e di circa trenta rispetto al Nord Est, dove lavora quasi il 70 per cento delle donne in età attiva. Per le donne lucane rivendichiamo più lavoro e meno lavoro precario e a tempo determinato a beneficio di una idea di dignità e di uguaglianza nel lavoro che contribuirebbe ad elevare la qualità della vita dell’intera società lucana».

Ogni sabato, dalla 10,00 alle 12,00, continua l’attività di assistenza e informazione dell’Adiconsum presso la Cisl Pensionati di Policoro in Via Giustino Fortunato n. 10 sul fronte delle bollette energetiche di luce e gas.

Il segretario generale della Cisl lucana sprona i partiti in vista delle prossime elezioni regionali: «Fondamentale la partecipazione alla programmazione delle politiche». Priorità alle aree interne, a sanità e servizi sociali territoriali e alla transizione digitale e ambientale

Dopo il via libera della Camera nei giorni scorsi al Decreto Sud e in attesa del passaggio definitivo la prossima settimana al Senato, il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo parla di passo avanti nelle politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno: «Ci sono aspetti del decreto che accogliamo favorevolmente come la previsione di un maggiore coordinamento delle politiche di coesione per evitare dannose duplicazioni e dispersioni di risorse. Ci sono altri aspetti, come la ZES unica per il Mezzogiorno, che è senza dubbio una opportunità, ma va governata per tutelare i territori più deboli. Nel complesso il decreto è un buon punto di partenza per aprire una grande stagione di partecipazione e di protagonismo sociale e per rimettere il riscatto delle regioni meridionali al centro dell’agenda europea».

I recenti dati Istat preoccupano il sindacato: in dieci anni i giovani di età 18-34 si sono ridotti del 32,2 per cento (-47.115 persone), il calo più alto a livello nazionale dopo la sola Sardegna. Per la Cisl «occorre attrezzarsi con politiche adeguate per contrastare il degiovanimento del mercato del lavoro puntando su formazione continua e politiche di adattamento multi-generazionale»

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