Editore Associazione Culturale Mp3. P.IVA 01187270770
Registrato presso il Tribunale di Matera n. 4/2009
Direttore Responsabile Roberto D'Alessandro. Webmaster Vittorio Ricchiuto
+(39) 328 447 4326
redazione@pisticci.com
“Le indagini svolte hanno evidenziato l’esistenza di un sistema mafioso endemico, capillare e pervasivo in tutta la regione Basilicata”. Ad affermarlo è il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al Parlamento. Nella relazione Curcio, sottolinea che “attualmente la situazione criminale mafiosa colloca il Distretto di Potenza, quanto a grado di allarme che suscita il fenomeno, subito dopo quelli tradizionalmente afflitti dalla presenza delle mafie storiche”.
A seguito di articolate indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Matera, dal Commissariato di P.S. di Policoro e dalla Direzione Investigativa Antimafia – Dipartimento della P.S. – Sezione Operativa di Potenza, è stata data esecuzione alla ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Potenza che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di SURIANO Davide, 39enne residente a Scanzano Jonico.
I reati ipotizzati nei suoi confronti sono quelli di incendio doloso e danneggiamento seguito da incendio, tentata estorsione, violenza a pubblico ufficiale aggravati dall’uso del c.d. “metodo mafioso”, dall’aver agito per motivi abbietti o futili, dall’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, dall’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità alle persone offese.
Gli accertamenti compiuti sono nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa dell’indagato.
I reati contestati a SURIANO Davide riguardano 5 episodi incendiari avvenuti nel Maggio del 2022 a Scanzano Jonico, che avevano giustamente suscitato vasto allarme sociale nei territori interessati che venivano presi di mira, in un torno di tempo piuttosto ridotto: due dei dieci stabilimenti balneari presenti nella citata località marittima (nel caso di uno stabilimento gli incendi erano due, uno iniziale e uno per distruggere definitivamente lo stabilimento, posto in essere dopo pochi giorni dal primo) oltre che le proprietà di un ufficiale di p.g. impegnato nelle indagini antimafia in quel contesto territoriale, e un opificio della stessa famiglia Suriano:
Erano destinate anche alla Basilicata le oltre 8 mila piante di marijuana sequestrate nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dia di Bari che ha eseguito 11 misure cautelari agli arresti domiciliari (5 cittadini italiani e 6 albanesi) per i reati di produzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e ricettazione di armi.
Nella giornata di ieri a Potenza è stata inaugurata la sede della Direzione investigativa antimafia. Un forte segnale di contrasto alla criminalità organizzata, che negli ultimi anni ha fatto “sentire” più volte la sua pesante presenza.
A tal proposito si è espresso il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, presente all’inaugurazione della sede: "Siamo ancora in tempo per proteggere questo territorio": lo ha detto il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che poco fa, a Potenza, ha inaugurato la sede della Direzione investigativa antimafia.
Il Ministro ha preso brevemente la parola dopo il prefetto, Michele Campanaro, e il direttore della Dia, Maurizio Vallone.
Anche quest'ultimo ha definito la Basilicata "non ancora profondamente infiltrata dalle mafie", mentre il prefetto del capoluogo ha sottolineato la necessità di contrastare il fenomeno criminale ancora considerando i flussi finanziari in arrivo con il Pnrr.
Il Ministro dell'Interno ha ricordato che "la Dia è nata dall'intuizione di Giovanni Falcone, secondo il quale serviva seguire il flusso del denaro per battere la mafia. Con la Dia a Potenza - ha concluso Lamorgese - vogliamo rendere la Basilicata ancora più sicura".
Anche il mondo dei sindacati ha ovviamente accolto la notizia con massima soddisfazione.
“L’istituzione della nuova sezione della Dia in Basilicata dota il territorio di un ulteriore strumento per il contrasto della criminalità e delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e sociale della regione. Il salto di qualità che si è registrato negli ultimi anni negli affari criminali e la sempre più pervasiva presenza delle organizzazioni malavitose nella vita economica della Basilicata necessitava di un gesto forte da parte delle istituzioni, così come auspicato dalle forze sociali e dalla stessa Cisl. La sezione lucana della Dia e l’attivazione del numero unico di emergenza 112 contribuiranno a rendere l’azione di contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie sempre più incisiva. Accanto al potenziamento degli strumenti penali occorre fare un investimento anche nella promozione di una vera cultura della legalità, a partire dalle scuole che rappresentano il primo avamposto di cittadinanza sul territorio”. È quanto dichiara il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo.
Questo invece il commento del consigliere regionale pentastellato Gianni Leggieri:
“L’inaugurazione della sezione operativa per la Basilicata della Direzione investigativa antimafia (Dia), alla presenza della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è un segnale importante rispetto alla presenza di strutture ad hoc chiamate a contrastare i fenomeni mafiosi, che hanno trovato terreno fertile nella nostra regione come dimostrano diverse inchieste dell’autorità giudiziaria. Da sempre il MoVimento Cinque Stelle ha chiesto l’apertura della sezione lucana della Dia: lo dimostra, tra l’altro, una nostra mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale nel maggio del 2021. Non si abbassi, dunque, mai la guardia per contrastare la criminalità organizzata.
Il direttore della Dia, Maurizio Vallone, intervenuto a Potenza per inaugurare gli uffici di via Vaccaro, ha sottolineato che la Basilicata non è ancora profondamente infiltrata dalle mafie e si può evitare la presenza endemica della criminalità organizzata. Di qui l’importanza della collaborazione con le Prefetture e le Procure della Repubblica. Un impegno molto confortante, che si innesta direttamente al tema della giustizia e dei presidi di legalità.
In questo contesto spero che la questione del Tribunale di Melfi, chiuso nel 2013, dopo alcuni scriteriati interventi che hanno rivisto la geografia giudiziaria della nostra regione, continui a rappresentare una priorità. Quasi dieci anni fa le popolazioni dell’area Nord della Basilicata sono state private del Tribunale e della Procura della Repubblica. Parliamo del territorio più popoloso della regione, a due passi dalla Capitanata, dove la recrudescenza della cosiddetta “Quarta mafia”, è sotto gli occhi di tutti e monitorata costantemente proprio dalla Dia. Il tema della riapertura degli uffici giudiziari di Melfi rimane quindi sempre attuale.
Verrà inaugurata il prossimo 25 febbraio la sezione della Direzione investigativa antimafia (Dia) della Basilicata.