Giovedì, 19 Giugno 2025

Una classe politica ossessionata dal potere e indifferente ai diritti della comunità lucana

Martedì, 27 Maggio 2025

Anche oggi, 27 maggio, è andato in scena l’ennesimo siparietto in Consiglio regionale. Le nomine del Difensore civico e degli altri garanti regionali vengono rinviate a dopo il ballottaggio, non per ragioni tecniche, ma perché ancora una volta si antepongono gli interessi dei partiti e le dinamiche di potere alla tutela dei diritti dei cittadini.

È un copione già visto, che si ripete con sconcertante regolarità fin dall’inizio di questa legislatura: ogni decisione rilevante per la collettività viene sospesa, ritardata, rimandata, finché non si chiariscono gli equilibri interni alla maggioranza, finché non si chiudono le trattative tra correnti e alleanze, finché non si definiscono le nuove spartizioni. Tutto viene subordinato alla ricostituzione degli interessi politici e personali dei soliti noti.

Nel frattempo la Regione resta senza garanti per l’infanzia, per le persone con disabilità, per le vittime di reato, per gli anziani, per la tutela ambientale. Figure fondamentali, previste per legge, che dovrebbero rappresentare un presidio reale di giustizia e ascolto per chi è più vulnerabile. E invece vengono trattate come pedine di un gioco di potere che si consuma nelle stanze chiuse dei palazzi, lontano dai bisogni della Basilicata reale.

La verità è che questa classe politica ha completamente smarrito il senso della funzione pubblica. Si è trasformata in un blocco di potere autoreferenziale, intento solo a conservare sé stesso, senza alcun rispetto per la trasparenza, per la tempestività delle decisioni, per il valore costituzionale dell’uguaglianza dei diritti. È inaccettabile che il Consiglio regionale abdichi, ancora una volta, al suo compito di rappresentanza democratica, solo per attendere l’esito dei ballottaggi e ricalibrare così le nomine secondo i nuovi rapporti di forza.

Il Movimento 5 Stelle denuncia con forza questa situazione: non è solo un ritardo, è un grave atto di disinteresse verso la cittadinanza, un segno di mortificazione istituzionale. Le funzioni di garanzia non sono strumenti di potere, ma strumenti di tutela, di giustizia, di democrazia viva. E non possono restare ostaggio della paralisi e della mediocrità politica.

Così con una nota stampa Viviana Verri, Alessia Araneo, Consigliere regionali M5S Basilicata

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