L’oro di Napoli

Non tutti sanno che l'arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell'Umanità Unesco.
L'ONU ha voluto premiare così la tradizione e il vivere quotidiano dei cittadini napoletani superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una espressione identitaria della cultura partenopea.
Ebbene, al pari della dieta mediterranea, la pizza è riconosciuta identità enogastronomica italiana tutelata nel mondo, il che significa che, se per ipotesi, in futuro quest'arte rischiasse di estinguersi, il mondo intero si "tasserebbe" per tenerla in vita, ad esempio finanziando scuole per pizzaioli. A riguardo, di gran valore la motivazione: per l'Unesco - si legge nella decisione finale - «il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l'impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da "palcoscenico" durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un'atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale».

Ma non è tutto. Questa onorificenza va a rafforzare la leadership mondiale del nostro Paese che detiene il più grande numero di Patrimoni dell'Umanità. Bisogna però distinguere tra 53 siti o luoghi da tutelare per la loro bellezza naturale (Delta del Po' o Costiera Amalfitana) o per la loro importanza storica o artistica (Pompei o i Sassi di Matera). Gli altri 7 sono come la pizza napoletana Patrimoni immateriali dell'Umanità al pari della falconeria o dell'Opera dei pupi siciliani.
A questo elenco potrebbe presto aggiungersi anche la "costata del vitello adulto, tagliata alla maniera dei Beccai fiorentini secondo i canoni della più autentica tradizione e cotta alla griglia sui carboni ardenti di rovere", ovvero la bistecca alla fiorentina.

Pubblicato su www.digitalartgallery.it

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