Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Matera e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, hanno fatto emergere che la donna avrebbe commesso una serie di plurime e annichilenti condotte persecutorie, attraverso le quali avrebbe fortemente condizionato le abitudini di vita della vittima e dei suoi parenti, sino a giungere a impedirle di effettuare qualunque genere di libera scelta, nel corso delle minimali ed ordinarie abitudini di vita.
Innumerevoli gli episodi in cui l’indagata avrebbe fatto intendere alla malcapitata di conoscere i luoghi in cui si trovasse, ad esempio inviandole un sms con cui le faceva capire che la stesse osservando e tenendo d’occhio.
Ma non è tutto. Oltre ad inviarle numerosi messaggi dai contenuti dispregiativi e minatori, avrebbe anche effettuato diverse telefonate. In un’occasione, dopo aver atteso l’uscita da casa dell’ex compagna, avrebbe iniziato a pedinarla, per poi afferrarla alle spalle, strattonandole il braccio per provare a convincerla ad affrontare il fatto che l’avesse denunciata alla Polizia di Stato. In quella circostanza, la vittima rimediò lesioni giudicate guaribili in 15 giorni.
Le successive indagini, condotte dagli operatori della Squadra Mobile specializzati nei reati contro la persona ed in danno di minori, hanno confermato quanto dichiarato dalla donna.
A seguito del provvedimento del Giudice, la 28enne dovrà mantenere una distanza di 500 metri dalla donna, dalla sua abitazione e da quella dei genitori di quest’ultima, ubicate a Matera.
Gli accertamenti compiuti sono nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa dell’indagata.