04Maggio2024

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La Speranza di cambiamento é già tradita

Alcune volte si scrivono le pagine di storia. Si scrive la storia anche quando da quella pagina di storia vengono estromessi i veri protagonisti della storia. Eppure da tempo si continuano a scrivere queste pagine di storia sempre dalla stessa mano. Che sia la mano mancina o quella destra cambia davvero poco. Queste pagine estromettono il popolo dalla storia a meno che le pagine non siano pagine di precampagne elettorali. In tali pagine il popolo è adulato, coccolato, indotto a sognare nonostante da tempo queste pagine menzognere si siano rivelate per quello che sono: puro inganno. Ciò che è peggio è che si tratta di inganno doloso ovvero si mente sapendo di mentire. Si chiede la fiducia nel voto nonostante si sa già di essere dei traditori di fiducia. I tiratori scelti non sono quei cento del PD. Quelli delle varie correnti che si cannibalizzano in lotte intestine al loro interno. Il PD è un partito di tiratori scelti. Il tiratore scelto è tutto il PD che, nonostante dovrebbe ringraziare l’indicibile Berlusconi per il risultato elettorale conseguito alle politiche, tradisce il proprio elettorato e lo ferisce. L’antiberlusconismo è stata la vera arma in più del PD. Il PD al suo interno non ha armi. Parla di cambiamento ma ha solo armi spuntate e di facciata.
Nonostante l’ennesima fiducia (completamente immeritata, nessuna valutazione oggettiva di stampo storico porterebbe ad una sufficienza) riposta nei suoi confronti, alla prima occasione utile, si dimostra il partito di sempre: attaccato alle poltrone e mai sazio di potere, tanto da allearsi con l’indicibile Berlusconi pur di mantenere lo status quo del potere.
Il resto dell’anamnesi è quello delle pagine ufficiali di quella storia scritta sui media, che esclude il popolo dalla storia. I fatti reali, sono ben altro. Sono crudi e parlano di vilipendio, di una classe politica più che mediocre e totalmente autoreferenziale.
Eppure sembravano esserci delle “speranze” per il popolo lucano (di certo non mi riferivo alla nomina a saggio del nostrano Bubbico. La politica è riuscita anche a cambiare il significato e la semantica della parola “saggio”).
Speranze che potevano materializzarsi nel nome di Roberto Speranza. Potevano.
Lucano, giovane, poco più che trentenne, arrivato in luoghi chiave della politica che conta. Quella fatta a Roma. Capogruppo alla Camera del PD. Poteva essere una speranza di cambiamento. Poteva essere uno di quelli che voleva far scrivere la storia al popolo e non agli scrittori mendaci di mestiere.
Poteva incarnare i sogni dei tanti lucani che un maldestro PD lucano, nel corso di un ventennale dominio politico assoluto in regione fondato sul clientelismo, è riuscito a togliere. Poteva incarnare quella voglia di cambiare le cose, di ricominciare a pensare in maniera diversa al futuro ed a come riprogettarlo. Un futuro non più di emigrazione. Un futuro non più di raccomandazioni, non più di “conoscenze personali” e di pass privilegiati se fai parte del giro.
Ed invece no. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Sembra calzare a pennello questo antico detto, ma oggi cosi attuale. La compagnia non è proprio quella che una mamma con il buon senso del padre di famiglia raccomanderebbe ai propri figli. Non i primi della classe insomma, semmai i più furbi. E cosi quella voglia di cambiamento che per il popolo si chiamava Stefano Rodotà, per il delfino nostrano si chiama ancora una volta Napolitano. Chi va con lo zoppo inizia a zoppicare. Ma qua gli zoppi sono tanti e nonostante tutto riescono inspiegabilmente a stare in piedi. De Filippo sui giornali guardava in una sola direzione: ”Il mandato presidenziale ha una scadenza settennale, ma il senso di responsabilità e abnegazione che Napolitano ha dimostrato per il Paese non ha scadenza”. Così il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo (Pd), tra i governatori che andranno da Napolitano. ”Per questo, anche a fronte di una posizione netta e più volte ripetuta, riteniamo valga la pena di continuare a chiedere la disponibilità del Capo dello Stato a un ulteriore impegno”.
Affermazioni che si commentano da sè e che non meritano disquisizione alcuna. Cadremmo troppo in basso.
Prima dell’anacronistico Napolitano il papabile era un altro. “Marini però piace a Roberto Speranza: il presidente del gruppo alla Camera dei deputati del Partito democratico ieri mattina aveva salutato la scelta con parole di soddisfazione”.
Insomma di cambiamento in Speranza non se ne avvisa traccia alcuna e di speranza non ne rimane che tristemente il nome. (di seguito l’intero articolo  http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/politica/712385/Elezione-Capo-dello-Stato--assedio.html)
Di ennesima speranza il popolo lucano muore.
Di fronte a tutto questo quasi ci si potrebbe sentire impotenti, con il fiato corto e le gambe tagliate. A chi chiedere di cambiare lo scrivano, di cambiare registro?  A chi chiedere che la fiducia accordata non venga sparata da tiratori di popolo scelti?  Da chi pretendere che la fiducia riposta sia rispettata?
La risposta arriva il più delle volte sempre dallo stesso punto. Dal basso. Ed in quel basso ci siamo noi, il popolo e le sezioni locali del PD. Noi e loro. Un confronto che dovrebbero essere il sale della sana dialettica politica di cui noi dovremmo esser esportatori considerando le nostre radici greche.
In nome di tale sana dialettica sorgono alcune domande.
Cosa ne pensano i vari segretari regionali e provinciali di tale accordo con il PDL per la nomina a Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano? Cosa ne pensano le sezioni locali di tali vicende? Quale la vostra posizione? Condividete la linea del PD nazionale? Su tali questioni dovremmo conoscere il vostro punto di vista per capire da quale parte state, per capire chi siete e a chi volete far scrivere la storia.
Incontrare i vostri concittadini nelle magnifiche piazze dei paesi lucani. Ora splende anche il sole primaverile. Cogliete l’occasione per dimostrarvi dalla parte del popolo altrimenti tacete per sempre enon limitatele vostre sortite nelle piazze nei soli periodi di campagna elettorale.
I vostri abiti vestiti a festa e le vostre promesse non avrebbero (come già non hanno) più credibilità alcuna.

 

Giuseppe Cisterna