Anche la Chiesa fa spending review. Papa Francesco vuol tagliare le diocesi. Matera-Irsina si salverebbe
- Post 05 Febbraio 2015
Anche per la Chiesa, dunque, è tempo di soppressioni e accorpamenti: dopo il settore giustizia (in Basilicata ne hanno fatto le spese Melfi e Pisticci) e quello amministrativo, con il taglio delle Province, ora sembrerebbe toccare alla Chiesa. Tenendo conto che il Santo Padre ha indicato come criterio per il taglio la soglia dei 90mila abitanti, in Basilicata verrebbero soppresse o accorpate le diocesi di Acerenza (42.382 abitanti), Melfi - Rapolla - Venosa (popolazione di 88.829) e quella di Tricarico (39.686 residenti). Sarebbero
salve Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo, Matera – Irsina e Tursi - Lagonegro.
Naturalmente si tratta solo di ipotesi: nel progetto Vaticano, infatti, non c’è un elenco di diocesi da sacrificate sull’altare della spending review. La necessità di tagliare le diocesi, in realtà, viene da lontano e si pose sin dai primi anni dell’Unità d’Italia. Nessun significativo provvedimento, però, fu adottato fino alla stipula dei Patti Lateranensi, nel 1929, quando si giunse a un primo accordo per una ridefinizione del numero delle diocesi per farle maggiormente corrispondere al numero delle province civili.
l problema ha riconosciuto il forte “squilibrio” tra popolazione e diocesi, affermando, però, che la questione non è di pertinenza dello Stato italiano.
Poco tempo dopo la Santa Sede ha provveduto alla riforma che ha portato, con il decreto della Congregazione per i Vescovi del 30 settembre 1986, a ridurre le diocesi italiane, e con esse le comunità ecclesiali assimilate, da un totale di 325 a 228, ora scese a 226: scenderanno ancora? Lo sapremo molto presto.
Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno
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