07Maggio2024

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Oltre 200 morti di amianto. Una pesante eredità industriale soprattutto in Valbasento

Oltre 200 decessi per patologie asbesto-correlate: 20 solo nel 2015. Così la Basilicata è passata dall’essere un’isola felice a rappresentare un territorio martoriato e foriero di inquinamento e patologie gravi.
Il preoccupante ritratto è emerso nel corso del convegno, tenuto al Centro Tilt di Marconia, denominato “Pisticci eternit free” e “Patologie asbesto correlate – prevenzione e ricerca giustizia per le vittime e per gli ex esposti”. Organizzato dal locale circolo di Legambiente in collaborazione con l’Aiea (Associazione italiana esposti amianto), il convegno ha messo in evidenza come la nostra regione, e in maniera specifica la zona dell’area industriale di Pisticci, rappresenti un territorio condizionato dai retaggi dell’industrializzazione selvaggia degli anni ’60, che ha lasciato sul campo cattedrali nel deserto, inquinamento, decessi e poco lavoro: a conti fatti, quell’operazione che all’epoca sembrò portare un nuovo benessere, poi rivelatosi effimero e non duraturo, ha cambiato, in peggio, anche il quadro sociale della zona.
Un quadro desolante e preoccupante, quello emerso dal convegno, anche e soprattutto a causa delle patologie che, specie in seguito all’esposizione all’amianto, stanno moltiplicandosi e portando ad un preoccupante innalzamento del numero dei decessi. Di questo quadro, delle difficoltà che incontrano gli ex esposti e le loro famiglie nell’ottenere giustizia, ma anche del ruolo delle istituzioni (prima tra tutte l’Arpab) e della correlazione tra sostanze inquinanti e insorgere delle patologie tumorali, hanno parlato il direttore generale dell’Arpab, Aldo Schiassi, il vice presidente nazionale dell’Aiea, Mario Murgia, la presidente della Camera Forense Ambientale di Basilicata, Cinzia Pasquale, la ricercatrice dell’Arpab, Rosa Anna Cifarelli, nonché Valentino Gritta, vicepresidente Aiea per il nord Italia. Il saluto del sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, ha poi contribuito a tracciare un bilancio a 360 gradi dell’attuale situazione nel circondario: la città basentana è quella più colpita dalle morti connesse all’esposizione all’amianto e non solo.
Un dato, questo, che ha portato Schiassi a proporre di unire finalmente le forze, rappresentate dalle associazioni del territorio, dal Comune di Pisticci e dalla stessa Arpab, per elaborare un documento che, trasmesso alla regione Basilicata, possa facilitare via Anzio ad una maggiore attenzione al tema, sotto forma di una migliore e più qualificata risposta. Una proposta che Murgia ha condiviso, sottolineando che la Regione può e deve fare di più anche per favorire l’approvazione di un disegno di legge sugli esposti all’amianto che giace nei cassetti del Senato, e un atto d’indirizzo ministeriale.
Il convegno, infine, ha visto anche la presentazione di “Pisticci Asbestos Free”, un vademecum realizzato da Legambiente Pisticci per consentire ai cittadini di conoscere meglio non solo il tema dell’amianto, ma anche dell’eternit (un mix di cemento e amianto), con l’obiettivo di giungere ad un corretto smaltimento. Il progetto è stato illustrato dalla presidente del locale circolo di Legambiente, Laura Stabile, e dal consulente scientifico dello stesso circolo, Carlo Pastore.

In Basilicata i lavoratori ex espositi all’amianto, tra l’alto Basento e i siti industriali del basso Basento, sono circa diecimila. Lo ha reso noto nel corso del convegno di Marconia, Mario Murgia, vicepresidente nazionale dell’Aiea, che ha anche ribadito l’importanza della sorveglianza sanitaria, sia per mostrare i dati reali di malattie conseguenti all’esposizione all’amianto, sia per effettuare diagnosi precoci.

“In questi ultimi anni Basilicata, Campania e Sardegna – ha ricordato Murgia - sono le regioni che hanno avuto il maggior incremento di malattie professionali. Dal 2006 al 2013 in Basilicata si è avuta una vera e propria impennata”.
Murgia, inoltre, ha lamentato l’aumento della “forbice” tra le denunce di malattie professionali ed il conseguente riconoscimento da parte dell’Inail: “Purtroppo constatiamo che l’Inail regionale continua ad opporre resistenze nell’accettare il riconoscimento delle rendite ai familiari per i decessi avvenuti oltre i termini di prescrizione”.
La situazione, in buona sostanza, è molto grave e gli ex esposti non sempre trovano giustizia, anche a causa di un sistema lento e farraginoso. In ogni caso, ha concluso Murgia, “noi non ci arrendiamo e supportiamo azioni medico-legali inerenti casi di decessi avvenuti anche nel 1980”, sottolineando come l’Aiea, “nata nel 2009 abbia dato voce alle vittime e ai loro familiari, anche organizzando conferenze per informare sulla questione”.
Infine, il vice presidente nazionale dell’associazione ha ricordato che il disegno di legge 1645 è fermo in Commissione Lavoro del Senato” ed ha chiesto “interventi concreti per il territorio valorizzando quello che già si sta facendo nella nostra regione e proseguendo sulla strada dell’indagine molecolare”.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno