26Aprile2024

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Nuovo appello per Nunzio. Un mese fa la scomparsa

E’ trascorso un mese dalla scomparsa in mare di Nunzio Santorsola e di lui non si trova ancora alcuna traccia. Il pescatore sportivo di Bernalda, trentottenne co-titolare di una importante azienda agricola del metapontino, era uscito lo scorso 10 ottobre con il suo natante per una battuta di pesca in solitario, senza far ritorno a Metaponto. Le ricerche, avviate in serata, avevano portato al ritrovamento della sua barca al largo di Policoro intorno alla mezzanotte, ma di lui a bordo non vi era traccia.
Nei giorni successi i tentativi di ritrovarlo in mare sia attraverso attività ufficiali (motovedette e velivoli delle autorità competenti) sia attraverso uscite coordinate di amici e conoscenti non hanno dato l’esito sperato, così come le svariate e generose battute lungo la costa, a cavallo fra Puglia, Basilicata e Calabria, che il fratello Salvatore, assieme ad alcuni fedelissimi amici, continua ad operare, di tanto in tanto.
Proprio Salvatore, ad un mese da quel giorno sventurato, ha voluto lanciare un nuovo appello, rivolgendosi innanzitutto a chi esce in mare a spinning, la tecnica di pesca di cui Nunzio era esperto. “Per il fatto di muoversi con la barca di continuo e considerato che lo spinning ti costringe a guardare il mare con attenzione alla ricerca di schizzi o gabbiani – è il ragionamento di Salvatore - le uscite di chi pratica questa tecnica possono essere molto utili per le ricerche di mio fratello ammesso che sia ancora a galla. Se invece si trova in profondità, i pescherecci con le reti potrebbero aiutarci anche solo a ritrovare un indumento”. La speranza corrisponde alla promessa fatta da Salvatore di riportare a casa, in ogni modo, il fratello scomparso.
L’idea posta spesso alla base dell’accaduto è quella di un incidente, forse mentre Nunzio era in combattimento con una grossa preda, con la complicità di un mare abbastanza impegnativo e dell’ora tarda. Muovendosi a bordo l’uomo può essere scivolato o incappato in qualche altra circostanza fortuita ed avversa che lo ha fatto cadere dalla barca, una open di 5 metri e mezzo.
Nella vicenda, tuttavia, trovano spazio anche le richieste di chiarezza operate dalla famiglia e tutt’ora al vaglio degli inquirenti. La Procura di Matera, infatti, indaga sul caso sulla scorta della denuncia di scomparsa di Nunzio Santorsola operata dai familiari, che hanno chiesto di non lasciare nulla per scontato evidenziando alcuni punti di domanda.
Nella denuncia si fa riferimento ad alcuni dettagli, come la scomparsa da bordo di entrambe le canne da pesca; la storia del cellulare, prima spento (poiché bagnato, come detto ad un amico trovato in mare all'ora di pranzo), poi acceso tanto da ricevere due chiamate di un altro amico alle 18.06 ed alle 18.58, e poi nuovamente spento. A quelle telefonate Nunzio non ha risposto. Altri elementi come le luci accese a bordo e l'osservazione del tracciato GPS del natante, aiutano a capire che il fatto si è verificato non prima delle 18.58. E poi ci sono i dubbi di chi conosceva le abitudini di Nunzio, come quella di non mettere mai il telefono in tasca, ma di lasciarlo in un marsupio regolarmente ritrovato a bordo, a differenza dello smartphone. Per questo motivo il legale della famiglia ha chiesto i tabulati telefonici, l’ultima cella agganciata dalla SIM di Nunzio ed una ispezione della barca, custodita all’interno di Marinagri.
Nel frattempo del caso si è interessato anche la trasmissione di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’ che continua a mandare passaggi con la scheda di Nunzio nella speranza che possa essere utile al suo ritrovamento.

Roberto D'Alessandro