03Maggio2024

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Poesia, gli alunni del Liceo di Pisticci incontrano Dante Maffia

Singolare, sicuramente emozionante, la mattinata del 12 dicembre per gli alunni di alcune classi del Liceo Classico "G. Fortunato" di Pisticci, i quali hanno amabilmente conversato con il poeta Dante Maffia, chiamato ad aprire il primo degli "Incontri con l'autore", messi in cantiere, grazie al progetto "Cerco parole", dalle professoresse Calvini e La Candia, in sinergia con l'associazione culturale Cecam di Marconia e caldamente sostenuto dal Dirigente scolastico professor Francesco Di Tursi.
Scrittore e poeta, critico letterario e bibliofilo, Dante Maffia, con un parlare sincero, mai retorico o di maniera, ha saputo incantare il suo pubblico recitando a memoria poesie di altri poeti e spiegando quanto per lui solo "il normale sia poetico", perché la poesia non deve avere barriere o usare un prontuario di argomenti. "La poesia è emozione" e, come tale, non può essere definita o ridotta a figure retoriche, è una verità "insolente" che nasce dalla vita e vive di incontri, occasioni, sentimenti, amore, impegno, trasporto. Lo stesso trasporto con cui parla di sé a ragazzi interessati a conoscere l'uomo, attraverso il poeta, insieme alle sue preferenze letterarie, ai suoi modelli. E dal racconto pacato di quest'uomo non più giovane, che vive da anni a Roma, ha scritto sulle maggiori testate giornalistiche, ha curato la rassegna dei libri per RAI 2 e attualmente dirige "Poiesis", si scoprono tante storie: l'esordio grazie ad A. Palazzeschi che firma la prefazione al suo primo volume; l'amicizia con Dario Bellezza, l'incontro con Alberto Moravia, le passeggiate con Giuseppe Ungaretti, chiamato affabilmente Peppino e imitato nel suo modo di camminare o di fumare, le discussioni con Pier Polo Pasolini che gli rimproverava di essere un moralista, sempre con il dito puntato. E allora i poeti studiati a scuola, immaginati ingobbiti dalle "sudate carte" o sospesi tra le nuvole, fuori da ogni realtà, escono dalle pagine dei libri per diventare "carne viva" che rende "più uomo" chi li legge e li studia.
Bella esperienza quella vissuta sabato perché dei giovani che sembra si vergognino dei propri sentimenti o siano incapaci di emozionarsi o di amare la poesia, dal momento che non è più di moda (così come lo studio del resto) e non ha alcuna utilità, si sono abbandonati al fascino delle parole, si sono "abbeverati" (come ha più volte ripetuto il poeta) a quella verità che è in un libro o in una poesia, che è nelle cose e nella vita. Bella esperienza anche perché la scuola e un'associazione culturale come la Cecam hanno mostrato che è possibile avere obiettivi comuni, che è possibile lavorare insieme per promuovere la cultura nel nostro territorio, che la scuola è la grande, vera risorsa per far crescere la nostra terra.

I ragazzi del Liceo Classico “G. Fortunato” di Pisticci