Asilo a Tinchi: ‘l’amministrazione non ascolta. Serve una scelta di cuore’
- Post 31 Luglio 2014
Solo una settimana, abbiamo ancora l’eco di un avvenimento che ricorderemo per un po’, ma già oggi bisogna ritornare alla realtà e affrontare l’ennesimo tentativo di spolio che questa Amministrazione (la stessa che ha patrocinato il premio suddetto) cerca di perpetrare ai danni di una comunità da decenni abbandonata da una politica distratta che non tiene conto né dei diritti né delle esigenze dei cittadini.
Nel plesso scolastico in questione dall’anno scorso è presente ormai solo la scuola materna che comunque garantisce alle famiglie del territorio una certa serenità.
Siamo di fronte a famiglie che abitano per lo più in campagna e che, in caso di necessità, avrebbero seri problemi a raggiungere Marconia se l’asilo dovessero trasferirlo lì.
Ora l’attuale Amministrazione si è messa in mente di insediare, nel plesso scolastico, il Centro per l’Impiego attualmente collocato a Pisticci Scalo.
Premesso che a mio modesto parere le due cose possono coesistere tenuto conto che la scuola materna occupa solo una stanza e un atrio sottraendo al nuovo progetto pochissimo spazio, la cosa che fa specie è la mancanza assoluta di ascolto.
Non si discute, non si cerca una soluzione condivisa, si opera imponendo la legge del più forte, di chi ha una visione distorta del territorio e che insegue le proprie idee dimentico che stiamo parlando di bambini.
Solo grazie alla mediazione del Commissariato di Polizia di Pisticci nella persona dell’ispettore Gianni Albano si è arrivati alla decisione di rimandare il trasloco e di farlo precedere da un incontro tra amministratori e famiglie dei piccoli per andare incontro alle esigenze di tutti.
Cosa succede alla classe dirigente di questo paese? Non è in grado di ascoltare tantomeno di dare risposte. Dobbiamo rassegnarci a riporre le nostre speranze in una futura dirigenza o è arrivato finalmente il momento di dare dimostrazione di essere sensibili, attenti e soprattutto garanti dei diritti dei cittadini?
C’è ancora tempo (purtroppo o meno male) perché ci si possa far ricordare come uomini giusti e capaci. Un anno e mezzo è tanto anche paragonato a quello ormai trascorso nell’incapacità di incidere a vantaggio del territorio.
Le decisioni, la politica in genere, sono condizionate dai numeri ma dentro le urne, nelle voci di bilancio, se non trova posto anche il cuore avremo i conti in ordine ma la coscienza in subbuglio.
Rocco Caramuscio
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