Imu terreni agricoli. Coldiretti: 'Non finisce qui'
- Post 11 Febbraio 2015
Certo è che l’incoerenza del criterio di calcolo dell’imposta municipale unica, è servita a generare non poche tensioni sul territorio, fenomeno acuito anche dalla cattiva e a volte strumentale informazione che ha contribuito ad aumentare la confusione.
Una partita, quella dell’IMU, che forse è il caso vada raccontata sin dall’inizio.
Nasce nell'aprile 2014 quando il Governo elabora una manovra da 10 miliardi di euro e all’agricoltura viene chiesto di contribuire con 350 milioni reperiti attraverso una imposta, l’IMU, che toccava tutti i proprietari terrieri. In pianura si pagava già, la montagna era esente, c'era tutta la fascia intermedia da gestire e in quel periodo nessuna amministrazione comunale, né l’ANCI, ha sollevato obiezioni; solo Coldiretti ha chiesto a gran voce la tutela dell’azienda agricola professionale, invocando l’esenzione nelle aree parzialmente svantaggiate e la riduzione dell’imposta nelle aree pianeggianti. All’uscita del famigerato decreto delle altimetrie, Coldiretti è nuovamente intervenuta riuscendo a bloccarlo riportando come criterio l'unico parametro oggettivamente disponibile ovvero quello della classificazione Istat. Forse si poteva fare di più in quel momento ma è sicuramente il modo meno invasivo, per le vere imprese agricole, di contribuire al bene del Paese, con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il vero problema è di fondo e di equità contributiva: gli imprenditori agricoli hanno bisogno di un segnale tangibile e allo stesso tempo coraggioso di attenzione.
Un appello a tutti i Sindaci affinché venga ridotta al minimo l’aliquota da applicare ai terreni agricoli nei comuni interessati dall’IMU, ma nell’immediato è anche necessario evitare le sanzioni nei casi di ritardato pagamento, quando è dovuto. E’ quanto chiede la Coldiretti dopo la scadenza del 10 febbraio nel sottolineare la necessità che venga rispettato lo Statuto del contribuente. E’ peraltro necessario - sottolinea la Coldiretti - evitare le incongruenze che esistono rispetto alle reali condizioni dei terreni coinvolgendo gli enti territoriali. “Queste modifiche necessarie rafforzano la scelta equa e coraggiosa di mantenere l’esenzione per le imprese agricole professionali in tutte le aree svantaggiate riconoscendo il ruolo economico e di presidio territoriale di chi lavora e vive di agricoltura”, ha affermato il presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto.
Le speranze degli agricoltori sono riposte sul Governo perché intervenga per mettere ordine in questo caos, ricordando che c'è anche il tema degli affitti, quello degli agricoltori pensionati con 500 euro al mese che hanno ceduto i terreni in affitto gratuito a figli coltivatori diretti o quelli che ancora coltivano piccoli appezzamenti fornendo un servizio alla comunità. Per loro il moltiplicatore - che serve per determinare la base imponibile su cui calcolare l’IMU cresce da 75 a 135 portando la tassazione a livelli davvero insostenibili. Quanto al 2015, invece – prosegue il relatore al Senato – ha evidenziato l’esistenza di molte criticità che chiedono risposta. In particolare il tema della collina svantaggiata, da sempre esonerata, e degli affitti. Per le aree classificate non montane dalla nuova circolare ISTAT, per la Basilicata si resta stupiti dai suoi contenuti e, per chiarirli, oggi è prevista in Commissione un’audizione dell’Istituto di Statistica. La Commissione Finanze del Senato ha deciso un ulteriore rinvio alle ore 18:00 di giovedì 12 febbraio del termine per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno al decreto sull’esenzione IMU.
Cosa che per Coldiretti rimane la vera questione e che da soli, senza demagogia, abbiamo evidenziato e fatto notare anche al Presidente Pittella che, fin da subito, ha deciso di intervenire stigmatizzando proprio tale argomento.
Di una cosa siamo sicuri... non finisce qui.
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