03Maggio2024

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La processionaria torna a infestare le nostre pinete

Da alcune settimane a questa parte purtroppo è tornata, con i suoi grandi e piccoli nidi, la processionaria del pino.
I nidi ben visibili sulla maggior parte dei pini presenti in tutto il circondario aumentano di giorno in giorno, facendo così aumentare a sua volta la pericolosità di questi lepidotteri sia per l’uomo sia per i pini che li ospitano sui loro rami.
La thaumetopoea pityocampa, più conosciuta come processionaria del pino è un insetto dell'ordine dei lepidotteri e fa parte della famiglia Notodontidae.
Essa deve il suo nome alla particolare abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di "processione".
Proprio nei mesi più freddi questo lepidottero vive la sua vita più intensamente in quanto durante i mesi estivi dorme nel suo bozzolo sotterraneo. All’interno di questi nidi la processionaria deposita circa 300 uova. Uova che ricopre con i suoi peli fortemente urticanti per evitare che siano distrutti dai predatori. Proprio questi peli urticanti sono assolutamente pericolosi per l’uomo e per gli animali. Al contatto con questi peli una sorta di infiammazione provoca dolore a volte insopportabile. A questa particolare pericolosità se ne aggiunge un’altra: le larve si nutrono della linfa vitale della pianta e spessissimo ne provocano con il tempo la morte.
Gli interventi di bonifica effettuati gli scorsi anni e la devastazione provocata dagli incendi estivi ne hanno per un breve periodo diminuito la presenza che pare adesso essere nuovamente aumentata.
Se si considera che le larve diventano delle belle falene che spesso svolazzano in veranda o intorno ai lampioni, che le stesse non lasciano presagire l’essere degli spietati parassiti, che la loro vita per la maggior parte si svolge circa 15 cm sottoterra e se si aggiunge la difficoltà di raggiungere tutti i nidi presenti nelle pinete, si può affermare che sarà decisamente arduo combattere la proliferazione del fenomeno.
Questa consapevolezza, tuttavia, non deve e non può fermare gli interventi che possono essere fatti. Con una attenta, calibrata e mirata azione di disinfestazione si può fermare questa “invasione” decisamente pericolosa, anche perché il rischio sarebbe quello di vedere ulteriormente devastati i nostri mirabili Calanchi.
Segnalare la presenza dei nidi di questi lepidotteri soprattutto se presenti nei giardini o nei pressi di abitazione sarebbe cosa buona, sebbene il fenomeno, come detto, è già visibile un po’ dappertutto già da diverse settimane.

Alessandro Lopergolo