01Maggio2024

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Alto impatto ambientale in Valbasento: tumori in aumento, occupazione irrisoria

TERRITORIO | Preoccupazione e rabbia. Preoccupazione perché sul territorio valbasentano continuano ad insistere principalmente progetti industriali ed imprenditoriali a rischio di impatto ambientale e quindi potenzialmente nocivi per la salute. Rabbia perché pare proprio che la classe politica non ne voglia sapere di cambiar metodo quando si tratta di affrontare questo genere di argomenti, ovvero di cercare la strada della partecipazione e del coinvolgimento, tenendo un occhio particolarmente vigile a quanto viene proposto, a chi lo propone, al perché ed ai vantaggi della proposta. 
Il problema è che la Valbasento è già un sito inquinato. Ed è da questa premessa che tocca partire. Perché per valutare se un progetto è sostenibile da un territorio bisogna tener conto di cosa insista già su quel territorio in termini di impatto ambientale. Quando poi i progetti sono ben otto, tutti localizzati a distanza di pochi chilometri quadrati e quando gli indici dei tumori risultano in aumento nei Comuni che su quel perimetro si affacciano, allora le preoccupazioni della gente sono da comprendere. Anche perché già altre stagioni di veleni hanno segnato la storia di queste comunità, lasciando alle spalle morte, malattie e, beffardamente, anche disoccupazione. Perché oggi l’area valbasentana, con principale riferimento ai Comuni di Pisticci e Ferrandina, paga a prezzo salato i fallimenti di progetti industriali che se da un lato hanno prodotto lavoro, dall’altro hanno illuso non riuscendo a mantenere la promessa di quel benessere che le generazioni di oggi rischiano di intravedere soltanto come un retaggio del passato. 
E’ da queste premesse che prende le mosse una nuova campagna di sensibilizzazione organizzata a Ferrandina da un cartello di associazioni che ha sintetizzato in un documento i progetti sui quali sarebbe opportuno quantomeno consumare indagini più approfondite e cercare il confronto con la popolazione, anche perché, oltre al danno per l’ambiente si aggiunge la scarsa capacità dei progetti di cui si parla a rilanciare l’occupazione. 
 “Il suo futuro secondo loro” è la campagna di informazione promossa dalle associazione Pensiero Attivo, Compagnia Senzateatro, Donna 2000, u’ Cucm, Anchise, A’ Palazz online, Ambiente e Legalità, Cupola Verde. In prima pagina campeggia la foto di un bambino, mente in seguito viene spiegato a quale futuro possono andare incontro le attuali e le nuove generazioni se verranno realizzati ben otto (o parte di essi) progetti ritenuti impattanti. Il primo è relativo al “permesso di ricerca di idrocarburi a favore della Gas Plus” riguardo al quale “è stata raggiunta l’intasa tra Regione Basilicata e Stato per il permesso di ricerca. Enorme – spiegano le associazioni – è il rischio ambientale per il Basento, la diga di San Giuliano e il fiume Bradano, zone protette ed a rischio frane. Posti di lavoro a tempo indeterminato zero”. Secondo progetto: “autorizzazione alla perforazione del pozzo Mastevito 1 in località Pizzo Corvo. E’ stata raggiunta l’intesa tra Regione Basilicata e Stato per le perforazioni nel Comune di Ferrandina, zona di grande interesse paesaggistico, archeologico e con vincolo idrogeologico. Posti di lavoro a tempo indeterminato zero”. Ed ancora: “Mega stoccaggio di gas naturale ed espropriazione del bosco di Ferrandina da parte della società russa Geogastock Spa. Decisa la riperforazione dei pozzi Eni con produzione di rifiuti speciali e pericolosi con centrale di compressione a meno di 200 metri da una centrale a turbo gas da 400 megawatt, con emissioni in atmosfera ad alto tasso inquinante. Posti di lavoro a tempo indeterminato zero”. Progetto quattro: “Centrale a turbo gas da 400 Megawatt nell’ex centrale di desolofrizzazione gas dell’Eni ad opera della ditta Basento Energia di proprietà dell’americana Forest Oil. Decisa la ricerca, combustione, stoccaggio del gas con enormi danni ambientali per tutta l’area del Basento. Posti di lavoro a tempo indeterminato zero”. Quinto progetto: “Raffineria di oli esausti della Ecoil Italia nella zona ex Pozzi. Tratta rifiuti pericolosi altamente inquinanti e nocivi per la salute umana provenienti via treno dall’estero. Rischi di incidenti, anche ferroviari (si ricordi Napoli e da ultimo Viareggio). Posti di lavoro a tempo indeterminato settanta”. Sesto progetto: “Centrale turbo gas di 800 Megawatt della Sorgenia (gruppo De Benedetti). Rilasciata dal Ministero valutazione di impatto ambientale favorevole per la suddetta centrale. Emissioni in atmosfera ad alto tasso inquinante. Posti di lavoro a tempo indeterminato zero”. Settimo progetto: “Mega discarica di rifiuti pericolosi della Basento Ambiente su 24 ettari. Soci della ditta: Veolia spa, Finpar spa, Ecobas (Gruppo Iula). Posti di lavoro a tempo indeterminato otto”. Ed infine: “centrale a biomasse (inceneritore) da 13 Megawatt della ditta IEA srl. Soci della ditta: eolia spa e Gruppo Iula. Emissioni inquinanti in atmosfera. Posti di lavoro a tempo indeterminato otto”.
“Questi – concludono le associazioni – i progetti scellerati dei nostri “cari e lungimiranti” politici ed imprenditori per i quali la produzione di energia e la creazione di “nuovi posti di lavoro” può avvenire a prezzo della distruzione del nostro territorio e di un futuro di morte e malattie dei cittadini”. Il documento si conclude con un grafico (vedi foto in alto, ndr)che indica come l’incidenza dei tumori maligni dal 1970 sia in decrescita in Italia ed in aumento in Basilicata, con un picco raggiunto dal 2005 ad oggi.