Ponte. Segnalazioni già dal 2008. Federconsumatori: "Fare in fretta"
- Post 07 Marzo 2013
Già dal 2008 alcuni cittadini avevano segnalato all’ente provincia che sul ponte, nella parte oggi crollata, si era creato un avvallamento, assicurando in tale occasione le verifiche del caso.
Un tratto di strada ed annesso ponte che oltre alle intemperie ed alla sua vetustà, per anni ha sopportato un traffico eccessivo giornaliero di mezzi pesanti (autocisterne che passavano di lì per il trasporto scarti liquidi della lavorazione estrazione del petrolio provenienti dai pozzi petroliferi della Val d’Agri e di Tempa Rossa per recarsi a Pisticci scalo) con una media di tre veicoli ogni ora.
A riprova dell’esistenza di tale problema, qualche giorno prima del crollo del ponte, ci riferiscono gli automobilisti che utilizzano detta viabilità locale, veniva istallata la segnaletica mobile con il divieto del transito dei mezzi pesanti a partire da lunedi 26 febbraio (?)
La comunità di Craco, dal crollo del ponte, oggi è esclusa anche dalla corsa della Sita, stante per l’azienda difficoltoso l’attuale tragitto alternativo quindi gli studenti sono costretti ad utilizzare le auto di amici e parenti per andar a scuola e fare un percorso allucinante. (prendere la Val D'Agri fino al bivio per Scanzano, poi proseguire sulla ss106 e al bivio di Metaponto girare per Matera).
A tali disagi si aggiungono ulteriori difficoltà causate dal tratto di strada ex ss 103 che porta da Craco all'imbocco della Val d'agri (ex stazione FAL di Montalbano). Questa strada è in condizioni disastrate piena di buche, sconnessa, il manto stradale non è stato rifatto da tempo immemorabile, priva di segnaletica orizzontale (linea di mezzeria e delimitazione della carreggiata) molto importante per la guida in caso di pioggia e di nebbia. In pratica manutenzione pari a zero.
Inoltre, gli utenti fanno rilevare che l’attuale percorso alternativo per Pisticci (Madonna delle Grazie) è pieno di buche e nell'ultimo tratto, all'imbocco di Pisticci, si restringe tanto da permettere il transito ad una sola macchina, ma questo percorso viene utilizzato anche da mezzi furgonati ingombranti che costringono le autovetture a tornare a marcia indietro affrontando una pendenza pericolosa.
Resta comunque da risolvere la questione del transito dei mezzi pesanti in zona per i quali si dovrà pensare chiamando in causa gli enti petroliferi a percorsi con minore impatto ambientale possibile.
L’ente provincia ha fatto sapere che per ripristinare tale tratto di strada ci vogliono 10 milioni di euro, (a nostro parere da richiedere agli enti titolari delle licenze estrattive) ovviamente e come a solito se fosse stato applicato anche in questo caso il principio delle verifiche costanti del territorio e della manutenzione ordinaria del ponte e del tratto di strada si sarebbe evitata tale interruzione un duro colpo per le già inesistenti infrastrutture locali.
Un isolamento che di fatto mette in ginocchio la già penalizzata economia delle comunità della zona, causando problemi ai singoli cittadini i quali percorrendo ogni giorno, tali lunghi e difficoltosi percorsi alternativi oltre ai disagi logisitici, di tempo e di stress, devono anche sopportare, proprio in tempo di crisi, ulteriori spese tali da incidere ancor di più sul bilancio familiare.
Federconsumatori Matera
Il vice presidente
Luciano Zaffarese
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