La bonifica – precisa Esposito – consentirebbe di poter finalmente riaprire la partita della reindustrializzazione, anche questa purtroppo non andata a buon fine negli anni anche a causa del mancato rispetto degli impegni assunti per la bonifica, che ha avuto più volte delle battute di arresto.
Risalgono al 2014, dopo il blocco delle attività nel 2011, gli ultimi interventi a riguardo, con l’impegno della società allora titolare del sito, poi fallita, a riattivare la barriera idraulica al fine di evitare ulteriori contaminazioni fuori sito e il ripristino completo dell’impianto di trattamento delle acque. In un incontro con Regione e ministero era stato anche previsto un piano di monitoraggio sia delle acque della barriera profonda sia delle acque superficiali propedeutico alla elaborazione delle analisi di rischio sanitario che avrebbe dovuto prendere in esame le matrici ambientali profonde. Barriera idraulica a parte, nulla di quanto promesso a oggi è stato fatto. Ricordiamo che la stessa direzione generale per il risanamento ambientale del ministero dell’Ambiente nel 2021 fece richiesta alla Regione Basilicata di informazioni aggiornate sull’area ex Daramic, rilevando diverse criticità in merito alla presenza di rifiuti e all’esigenza di provvedere alla bonifica del sito. Richiamiamo pertanto la Regione alle proprie responsabilità e alla trasparenza delle informazioni – conclude Esposito – ne va della salute dei cittadini lucani”.