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Mariano Silletti vince il World Report Award. Al suo 'Ludovicu' il premio italiano di fotogiornalismo

E’ il lucano Mariano Silletti il vincitore dello Short Story Award, assegnato da World Report Award 2015, il premio italiano dedicato al fotogiornalismo. Il prestigioso riconoscimento è andato al suo lavoro intitolato “Ludovicu”, capace di “un racconto che riesce a unire il mondo reale della cronaca ad un mondo lontano, fatto di terra, persone e luoghi nascosti. Un confine, una linea che il fotografo riesce a comunicare con grande profondità di sguardo che solo chi è personalmente coinvolto nella situazione riesce a esprimere. La ricerca di Ludovicu diviene la sottile linea visiva che unisce il territorio alle sue persone ed emozioni”.
La giuria, composta da Marco Pinna (National Geographic Italia), Lucy Conticello (Le Monde), Renata Ferri (RCS Mediagroup) Emanuela Mirabelli (Marie Claire), Matthias Krug (Der Spiegel), Sandro Iovine (Fpmag), Alberto Prina e Aldo Mendichi (Festival della Fotografia Etica), dopo un’attenta e approfondita valutazione, ha attribuito il premio all’unanimità. La premiazione ufficiale dell'autore avverrà durante le giornate del Festival della Fotografia Etica, in programma a Lodi tra il 10 e il 25 ottobre 2015. L’intero reportage di Silletti è in esposizione, da luglio, nella Sala delle Arcate di Palazzo Lanfranchi a Matera.
La mostra, che è stata prorogata fino al 30 settembre,  ha registrato una significativa partecipazione di pubblico e una forte attenzione da parte di autorevoli testate giornalistiche ed emittenti televisive.
Attraverso 30 fotografie estremamente intense e drammaticamente attuali (per il contenuto e per la ricerca formale e linguistica dell’artista) l'autore racconta la storia di una persona scomparsa, Ludovicu, un uomo di 57 anni malato di Alzheimer, uscito di casa e mai più tornato. Mariano Silletti è carabiniere e fotografo e con questa doppia professionalità e sensibilità, ha vissuto dall’interno la vicenda umana di Ludovicu, che abitava a Montescaglioso, dove Silletti presta servizio.
Scrive del suo lavoro: “Le mie foto raccontano la nostra ansia, la voglia di rivedere Ludovicu. Penso  che fino ad ora non avevamo mai notato quest’uomo. Mentre lo cercavamo, ci  siamo imbattuti in mille mondi diversi. Altri migranti, i pastori, i contadini, i nostri paesani. Ho guardato a tutti loro con altri occhi. La nostra ricerca è stata ostinata, i miei obiettivi hanno sfuocato, per dire  meglio quanto ci stava accadendo. Ho sfiorato un mistero, e me ne sono reso  conto. Ho visto paura e dolore. Un uomo svanisce senza lasciare alcuna traccia. Mi sono sentito circondato da ombre e volevo che si dissolvessero. Una  primavera, dopo l’inverno. Volevo che ci fosse un conforto anche nel pieno di  questi mesi di oscurità”.

pubblicato sul Quotidiano del Sud