20Maggio2024

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Inquinamento del Pertusillo e “Segreti”: al via discussione finale del processo a carico di Maurizio Bolognetti

Mercoledì 14 maggio, presso il Tribunale di Potenza, si terrà la discussione finale del processo a carico del Segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’inquinamento dell’invaso del Pertusillo. L’esponente radicale verrà difeso in aula dall’avvocato Vincenzo Montagna.
In vista dell’udienza, Bolognetti ha tra l’altro dichiarato: “In attesa di conoscere la decisione del Tribunale su una vicenda che continuo a definire kafkiana e surreale, non posso che ribadire di aver onorato quelle leggi a tutela dell’ambiente e della salute pubblica che quotidianamente vengono disattese dal nostro Stato. L’Italia, infatti, è anche sul fronte della tutela ambientale uno “Stato canaglia”, pluricondannato dalla Corte Europea di Giustizia e più e più volte richiamato al rispetto del Diritto comunitario in materia.
Emblematico il caso della condanna che abbiamo subito per la reiterata violazione della direttiva 2008/1/ce, meglio nota come direttiva IPCC e cioè la norma europea sulla prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Tanto per intenderci, parliamo della direttiva comunitaria dalla quale nasce l’obbligo di rilascio della cosiddetta Autorizzazione Integrata Ambientale, laddove gioverà sottolineare che la direttiva del 2008 andava a sostituire 96/61/ce, che noi avevamo recepito solo nel 2005.
Divulgando analisi effettuate dall’Arpab sugli invasi lucani e, successivamente, analisi da me commissionate e pagate, ho onorato il diritto dei cittadini lucani a poter conoscere per deliberare. Altro che violazione di non so quale segreto!
Il “segreto”, quello vero, è quello che ancora oggi impedisce ai lucani di conoscere il contenuto di alcune audizioni riguardanti l’Itrec di Rotondella e la “Nucleare connection” lucana, ad iniziare da quanto riferito dal dottor Nicola Maria Pace.
Il “segreto”, quello vero, è quello che grava sulla situazione dei siti inquinati dal petrolio in Basilicata, considerando che a 16 anni dall’approvazione del Decreto Ronchi, nella nostra regione non esiste l’anagrafe dei siti da bonificare.
Lungi dall’aver rivelato segreti, ho piuttosto applicato la Convenzione di Aarhus e l’art 3-ter del Codice dell’Ambiente, per far conoscere verità scomode che riguardano la rete di depurazione e l’impatto delle attività estrattive nella Valle dell’Agip.
Aver dovuto subire 4 anni di processo, preceduti da un fermo di 4 ore in una stazione dei CC e dalla perquisizione della mia abitazione, è qualcosa che ancora oggi mi rende inquieto, ma che certo non mi ha fatto passare la voglia di capire cosa succede nella nostra Terra.
Comunque vada, ho la serenità di chi ritiene di aver fatto ciò che andava fatto, laddove, ad oggi, per il certo inquinamento del lago di Pietra si è indagato solo su chi ha denunciato e su chi, come il sottoscritto, si è fatto carico di svelare scomode verità, mentre presunti difensori dell’ambiente e sedicenti rivoluzionari - che hanno i mezzi e il potere che io non ho mai avuto - tacevano e di nulla si accorgevano”.