Petrolio, il mar Jonio resta a rischio trivelle
- Post 17 Giugno 2015
L’area interessa 848 Kmq e il progetto interessa le Regioni Calabria, Basilicata e Puglia; Province di Crotone, Cosenza, Matera, Taranto e Lecce; Comuni di Cirò, Cirò Marina, Crucoli, Cariati, Scala Coeli, Mandatoriccio, Pietrapaola, Calopezzati, Crosia, Rossano, Corigliano, Cassano, Villapiana, Trebisacce, Albidona, Amendolara, Roseto Capo Spulico, Montegiordano, Rocca Imperiale, Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano, Pisticci, Bernalda, Ginosa, Castellaneta, Palagiano, Massafra, Taranto, Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella, Maruggia, Manduria, Porto Cesareo, Nardò, Galatone, GaIlipoli, Taviano, Racale, AlIise, Ugento, Salve, Morciano, Patù e Castrignano del Capo.
Il progetto prevede l’operazione di acquisizione sismica a mare attraverso strumentazione idonea all’individuazione di accumuli di idrocarburi gassosi nel sottosuolo marino, nell’area ubicata nel Golfo di Taranto ad una distanza minima dalla costa pari a 35 km.
Per la Ola l’autorizzazione dei Ministeri riapre un fronte di opposizione da parte delle comunità e degli imprenditori turistici ed agricoli delle tre regioni contrari alla volontà governativa di imporre le trivelle in un’area marina e costiera le cui vocazioni sono sempre più minacciate dalle trivelle petrolifere.
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