02Maggio2024

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Truffa al Comune: tutto tace. Di Trani scrive alla Procura

Quasi sei anni fa la segnalazione di alcuni dipendenti comunali di fatti rilevanti sotto il profilo penale, amministrativo e contabile a carico di un altro dipendente, determinavano la scoperta di una sorta di sistema truffa ai danni del Comune di Pisticci con la complicità di alcune imprese del posto che aveva permesso l’indebita sottrazione dalle casse comunali di oltre 1 milione di euro. Ad oggi, tuttavia, almeno sotto il profilo penale, la giustizia non ha ancora fatto il suo corso determinando uno stato di incertezza ed impunità con dei risvolti persino paradossali.
Ad intervalli più o meno regolari il ricordo di questa storia viene ravvivato nei consigli comunali, con l’invito alle istituzioni di comprendere le cause che ancora non permettono di far luce, sotto alcuni profili di giustizia, sull’intera vicenda.
Animato da questa consapevolezza il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, ha preso carta e penna e, lo scorso 23 marzo, ha scritto alla procura della Repubblica di Matera per formulare “espressa richiesta di essere informato sull’evolversi  delle indagini relative al notorio ammanco di somme dalle casse comunali del Comune di Pisticci. La gravità dell’evento – prosegue il primo cittadino - emerge in tutta la sua entità nell’opinione pubblica facendo ripercuotere gli effetti sull’intera struttura comunale, caratterizzando negativamente la credibilità dell’istituzione che rappresento. E’ interesse di quest’Amministrazione nonché dell’intera comunità che sia fatta piena luce sulla questione in oggetto al fine di debellare dubbi e incertezze che certamente non contribuiscono a creare le condizioni di efficacia ed efficienza della macchina burocratica comunale, né quelle di produttività, né concorrono a sviluppare nel cittadino quel senso di partecipazione alla cosa pubblica”.
Alla conclusione del sindaco, che cortesemente chiedeva notizie sugli sviluppi dell’inchiesta, ha fatto seguito una brevissima risposta da parte del sostituto procuratore Annunziata Cazzetta la stessa alla quale, in un consiglio comunale di qualche tempo fa, il consigliere di Forum Democratico, avvocato Antonio D’Angella, ebbe modo di attribuire, senza troppi giri di parole, le responsabilità per i ritardi nella conduzione dell’inchiesta, chiusa, a suo dire, da troppo tempo in un cassetto. “Si comunica – scrive adesso Annunziata Cazzetta rispondendo al sindaco, a circa un mese dalla missiva inoltrata da Di Trani – che il procedimento penale numero 3229/06-21 pende ed è in trattazione”. Non sarà forse sufficiente per comprendere i risvolti dell’inchiesta e restituire ai cittadini quell’elevato senso di credibilità nelle istituzioni di cui giustamente Di Trani si preoccupava, ma quanto meno la risposta permette di avere la certezza, dopo i fatti denunciati il 17 ottobre 2006, che la Procura di Matera sta indagando. Forse il sindaco, a fronte delle righe ottenute in calce alla sua stessa lettera, non può ritenere di aver incassato informazioni del tutto sufficienti sull’evolversi delle indagini. Certo è che, a procedimento penale in corso, non si poteva pretendere una esposizione analitica degli sviluppi di questa brutta storia, soprattutto, poi, in forma scritta. L’indagine, ed è corretto così, deve fare il suo corso. Giusto, tuttavia, che le istituzioni, dopo sei anni, invochino l’esercizio del diritto per avere certezze sui fatti accaduti, anche perché, visti i tempi mediamente molto lunghi dei processi in Italia, è comprensibile il timore che a dare un risolutivo colpo di spugna arrivi la prescrizione.

 

Roberto D'Alessandro
Il Quotidiano della Basilicata