Acqua San Benedetto, la Regione dimentica il senso del referendum 2011
- Post 12 Settembre 2013
Non contenta e tenendo conto delle floride condizioni economiche di questa regione e dei suoi abitanti, ha arricchito il dono aggiungendovi 3 milioni e mezzo di euro oltre al costo di tutte le infrastrutturazioni necessarie.
Il presidente della San Benedetto ha assunto, in cambio, alcuni precisi impegni.
Per prima cosa la zona verrà abbellita con un capannone di 7.000 mq. posto in un lotto di 32.000 mq. in cui, per fare spazio alle aree di sosta e di manovra dei numerosi autotreni, si eliminerà la fastidiosa vegetazione, si spianerà il terreno e si realizzerà un bellissimo piazzale asfaltato di circa tre ettari.
Questo, come giustamente affermato dai co-firmatari della donazione, favorirà certamente il turismo nella zona attirando frotte di visitatori.
In secondo luogo il presidente Zoppas si è impegnato a prelevare dalla sorgente un quantitativo imprecisato di acqua ed a produrre, in questa prima fase, 150 milioni annui di bottiglie di vari formati: ci saranno quelle da mezzo litro, da un litro, da un litro e mezzo e persino quelle da due litri. Ma si tratta solo di una prima fase: la produzione verrà senz’altro incrementata quanto prima!
Certo, c’è un piccolo problema: cosa fare con quei 280.000 lucani che nel giugno del 2011 hanno affermato, vincendo un referendum, che l’acqua è un bene comune e non una merce e che, quindi, le sorgenti appartengono a tutti e non possono essere vendute né tanto meno regalate ad un qualsiasi privato perché ci lucri sopra?
“La vita di chi?” vi chiederete. La vita degli abitanti di Viggianello? Forse no, visto che perderanno una loro sorgente e saranno anche costretti a convivere con il traffico di autotreni (anche se diretti solo verso il centro-sud), con i rifiuti ed anche con quel fastidioso 70% di emissioni residue di CO2. E allora?
Allora si tratterà della vita di Zoppas, è evidente!
Come ultimo impegno assunto in cambio della grande generosità della nostra amministrazione regionale, Enrico Zoppas ha promesso ben 15 posti di lavoro in questa prima fase, fra operai e dirigenti.
Certo, con tre milioni e mezzo di euro più i costi delle infrastrutture sarebbe stato possibile sostenere almeno 150-200 piccole attività locali e cercare di dare una speranza di futuro ai tanti giovani costretti ad emigrare ma, insomma…..
E poi chissà! Forse l’anno prossimo oltre alla card carburante avremo anche una card acqua ed ogni lucano, anche se derubato delle sue sorgenti –che, magari, verranno tutte dichiarate “minerali” e privatizzate- avrà diritto ad almeno tre bottiglie annue da un litro e mezzo di acqua San Benedetto.
Fidatevi della rondine e dei nostri amministratori!
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata
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