Mercoledì, 31 Maggio 2023

Donna, di destra, contraria alle quote rosa e pronta a battersi per la difesa della famiglia: è il profilo di Grazia Di Maggio, la più giovane deputata eletta con Fratelli d’Italia. È nata nel 1994, varcherà l’ingresso di Palazzo Montecitorio alcuni giorni prima di compiere 28 anni. La stessa età che aveva al suo esordio da deputato nel 1983 Pier Ferdinando Casini, ora decano con 11 legislature alle spalle. «Se quella che si apre per me sarà solo una parantesi o, come mi auguro, un’esperienza che durerà a lungo non lo so. Sono certa però che farò politica per tutta la vita, nelle istituzioni o ai banchetti, anche se sono convinta che questo non può mai diventare un lavoro».

Come è arrivata alla candidatura con Fratelli d’Italia?
Tutto è cominciato con la firma per una petizione. È successo tre anni fa, durante gli anni univesitari a Milano. Da lì è partita la “sana militanza” che mi ha portato lo scorso anno alla candidatura alle Comunali di Milano. Anche in quel caso ero la più giovane candidata della lista Fratelli d'Italia e il risultato è stato sorprendente per me che non sono nata in città: prima fra i non eletti. In seguito mi è stata data l’opportunità della candidatura alla Camera in Lombardia. L’elezione è una grande responsabilità, oltre che una grande emozione.

Milanese d’adozione?
Sono nata a Pisticci, piccolo paese della Basilicata, in provincia di Matera sulla costa ionica. Sono arrivata a Milano nove anni fa per studiare all’università Lettere e Scienze politiche.

Da dove arriva la passione per la politica?
Sono cresciuta in una famiglia di destra: la politica si seguiva, se ne parlava a tavola ma nessuno hai fatto attività politica, né io sono stata indirizzata verso questo percorso. È stata una vocazione: qualcosa che senti dentro te stessa e non puoi non assecondare. Se non fosse così sarebbe difficile della propria vita sana militanza.

Essere donna è stato per lei un vantaggio?
Sono contraria alle quote rosa, in Fratelli d’Italia non esistono. Credo che il merito non abbia genere, come dimostra la storia di Giorgia Meloni che potrebbe diventare la prima premier donna nella storia d’Italia. Mi auguro che nel mio caso sia stato valutato l’operato, l’impegno e le capacità.

Meloni si è congratulata con lei?
Sì e ci ha dato dei consigli: ci vuole sobrietà. C’è molto da lavorare.

Di cosa si vuole occupare in Parlamento?
Voglio portare in aula le stesse battaglie di cui mi sono occupata in questi anni da militante “pro life”: la difesa dei valori non negoziabili, la sacralità della vita, la famiglia, la tutela delle donne.

Qual è per lei un politico della storia italiana a cui guarda come riferimento?
Sicuramente Giorgio Almirante: per noi una stella polare, una linea guida che ispira la mia azione politica.

Fonte il Sole 24 Ore, intervista di Riccardo Ferrazza

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