28Aprile2024

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Karina, ricerche con unità cinofile

L’hanno cercata fuori dall’abitato di Marconia, in luoghi non distanti da casa sua. In una battuta organizzata dai Carabinieri con l’ausilio di unità cinofile è stata setacciata un’area che va da località “Cicimone” fino al bivio per la Sponda Destra del Basento, nel tentativo di trovare Karina Cruz, la donna di origini messicane scomparsa da casa lo scorso 14 settembre e della quale si sono perse le tracce.
La perlustrazione di martedì scorso, alla quale hanno collaborato anche i Vigili del Fuoco, non ha dato, tuttavia, alcun esito. Non si esclude che si possa continuare a cercare in altri posti con le stesse modalità, ovvero ricorrendo all’aiuto dei cani. L’area ispezionata ha la caratteristica di trovarsi lungo il percorso che da casa della signora, in via San Giovanni Bosco, porta alla periferia di Marconia, verso un tratto tortuoso, in cui il paesaggio urbano cede la scena alla natura, a fitte scarpate di macchia mediterranea, nelle quali la donna potrebbe essere andata in qualche modo a finire. Una ipotesi che non può essere esclusa, così come tante altre, dagli inquirenti nel tentativo di battere tutte le piste e non precludersi qualunque opzione finalizzata a risolvere il caso che, per ora, vede il marito della signora Karina, Michele D’Onofrio, indagato per sequestro di persona. Una procedura che, come è stato precisato dal suo legale, Rocco Fuina, rappresenta un atto dovuto. Secondo l’avvocato “può essere plausibile l’ipotesi dell’allontanamento volontario” della donna. Una ricostruzione deduttiva, maturata in ambiente familiare, che si basa su una considerazione ritenuta “oggettiva”, ovvero che, come precisa Fuina “la signora Karina Cruz, la mattina del 14 settembre, è passata dalla suocera, che le aveva telefonato per chiederle la cortesia di aiutarla a svolgere alcune incombenze domestiche, e poi, una volta uscita da quell’abitazione, si è allontanata”. Non sarebbe più ritornata a casa sua, dove il marito non l’ha trovata al suo rientro, non sarebbe andata a far la spesa né a far visita ad alcune amiche. Dopo l’incontro con la suocera, di Karina si sono perse le tracce. E’ stata una sua scelta? E’ tutto da acclarare. Ma il ragionamento dell’avvocato  mette in rilievo un particolare: “il passaporto di Karina è ancora a casa sua. Se qualcuno avesse voluto inscenare un finto allontanamento volontario avrebbe potuto pensare di farlo scomparire”, per evitare sospetti e veder più accreditata la sua eventuale difesa. Invece quel passaporto è rimasto lì, mentre il signor D’Onofrio non ha “nemmeno richiesto l’assistenza del legale quando è stato raggiunto dai Carabinieri per una serie di indagini in casa sua o quando ha deciso di farsi intervistare da “Chi l’ha Visto?” E’ la conferma – conclude Fuina – che Michele è sempre stato in buona fede, mostrando fiducia verso chi conduce le indagini”. L’attività di ricerca, comunque, prosegue a tutto campo, mentre la comunità di Marconia, lo scorso venerdì, seppur scossa dai disastri provocati dal nubifragio, ha trovato il tempo per la solidarietà ed ha partecipato ad una fiaccolata finalizzata a tenere alta l’attenzione sul caso di Karina Cruz e ad invocare un suo ritorno nell’ipotesi che davvero abbia deciso di punto in bianco di cambiare vita e lasciarsi tutto il passato alla spalle.

Roberto D'Alessandro

Il Quotidiano della Basilicata