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La Polizia di Stato di Matera ha tratto in arresto in flagranza differita un 69enne, incensurato. L’Ipotesi di reato a suo carico: atti persecutori, tentata violazione di domicilio e possesso ingiustificato di armi bianche. I fatti: al 113 giungeva la telefonata di una donna che, fortemente agitata, riferiva di essersi barricata in casa assieme al fidanzato, poiché lo zio cercava di sfondare la porta con calci e pugni, per entrare nell’abitazione. Sul posto sono arrivati un equipaggio della Squadra Mobile e uno delle Volanti, che hanno trovato l’uomo ancora all’interno della proprietà della richiedente: indosso gli è stato rinvenuto un coltello da cucina e altri tre si trovavano all’interno della sua auto. La donna, che ha dovuto fare ricorso alle cure mediche, ha quindi sporto denuncia nei confronti dello zio.
Nello scorso mese di aprile, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, disposta dal GIP del Tribunale di Matera, a carico di un 37enne di nazionalità pakistana. I reati ipotizzati nei confronti dell’uomo sono maltrattamenti in famiglia aggravati e costrizione al matrimonio, ai danni della figlia minorenne.
La Polizia di Stato ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Matera, nei confronti di una ventenne lombarda, ritenuta responsabile del reato di truffa aggravata, commesso on-line.
La Polizia di Stato ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Matera, nei confronti di tre materani, di 57, 31 e 24 anni, ritenuti responsabili di furto aggravato e continuato in concorso e di indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento.
La Polizia di Stato di Matera ha arrestato due giovani che si trovavano presso una comunità terapeutica di Matera, in quanto destinatari dell’affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione prevista dall’ordinamento penitenziario. Nei confronti dei due, di 29 e 25 anni, originari rispettivamente di Messina e Lecce, è stata eseguita l’ordinanza di revoca dell’affidamento in prova e contestuale applicazione della custodia cautelare in carcere, disposte dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Messina.