Sabato, 27 Luglio 2024

La nostra storia. Quando, nel primo dopo guerra, arrivavano pacchi e dollari dall'America

Lunedì, 23 Ottobre 2023

La nostra storia si occupa di quel periodo post secondo conflitto mondiale della nostra città, ricco di miseria e povertà assoluta, strascico doloroso di una maledetta guerra che aveva toccato tutti.

cTra le altre criticità dell’epoca, anche la penuria di acqua potabile, erogata saltuariamente e solo poche ore al giorno, con immancabili liti e baruffe intorno ai fontanini, circa la precedenza per riempire barili, secchi e altro. Insomma, una situazione disastrosa, ma anche un po’ inverosimile a cui quotidianamente si doveva assistere. E che sicuramente faceva male non solo a chi era costretta a subirla.

Per qualche tempo appena dopo la guerra, funzionavano mense gratuite cittadine e chi ha vissuto quei tempi, dovrebbe ricordare le file di cittadini bisognosi nella piazzola sotto il Palazzo De Franchi e vicino al Serbatoio di Terravecchia, scodelle alla mano, in attesa di poter ottenere la propria porzione di minestra e qualche modesto contorno. Si andava avanti così ed ognuno si adattava come poteva ed a patire di più quella scomoda situazione, erano soprattutto le famiglie numerose difficili da sfamare.

Fu proprio in questo contesto che qualcosa cominciò a cambiare, attesa la presenza oltre oceano di parenti di famiglie pisticcesi che già da tempo si erano trasferiti negli Stati Uniti d’America, dove avevano trovato lavoro e sistemazione conducendo una vita dignitosa. Fu proprio da loro che venne il più consistente aiuto per le nostre famiglie che pativano ancora i danni dei disastri bellici. Cominciarono così ad arrivare le prime lettere che, con le notizie ed i saluti di prammatica ai parenti, erano accompagnate da qualche biglietto “verde” (dollari) che, dopo il regolare cambio monetario, faceva comodo per l’acquisto di generi di prima necessità e altro. Una vera e propria “manna” dal cielo, che divenne sempre più consistente quando cominciarono ad arrivare anche aiuti di altra natura. Il riferimento è ai famosi “pacchi d’America” che, sempre dai parenti di oltre Oceano, venivano inviati a chi era rimasto qui con la famiglia e ne aveva stretto bisogno. I primi pacchi erano modesti, ma man mano aumentarono di volume e in essi si trovava di tutto, vestiti, scarpe, pasta, formaggio, caffè, zucchero, caramelle, dolci speciali mai visti prima ed anche sigarette e chewin gum, novità americana di allora. Insomma un vero e proprio ben di Dio, una speciale “provvidenza”, che aiutava, eccome, a risolvere problemi di ogni genere.

Ci furono periodi che l’Ufficio Postale cittadino, allora ubicato nella sede dell’attuale Centro Sociale di Piazza Umberto I°, per la enorme quantità di pacchi americani in arrivo, era intasato a tal punto da richiedere altri locali per allocare la merce. La cosa andò avanti, poi, man mano, la situazione cambiò anche per via di altri aiuti sociali come la Riforma Agraria, che offrì case e terreni da coltivare, a diverse famiglie della nostra città, che si trasferirono nelle zone di San Basilio, San Teodoro, Casinello, iniziando così una nuova vita sotto il profilo del lavoro e dell’agiatezza, magari dimenticando il periodo nero appena vissuto.

Certamente però, non dimenticando quei provvidenziali aiuti dei parenti d’oltre oceano e soprattutto, l’arrivo di quei “pacchi e dollari americani”, che tanto sollievo portarono a diversi nuclei familiari.

Michele Selvaggi

Ultima modifica Lunedì, 23 Ottobre 2023 11:24

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