Venerdì, 03 Maggio 2024

La Nostra Storia: nella tragedia ferroviaria di Balvano del ’44 una famiglia di Pisticci scampò al disastro

Lunedì, 04 Marzo 2024

Anche alcuni componenti di una famiglia pisticcese - si disse all’epoca - doveva salire su quel convoglio ferroviario e per fortuna, causa un banale ritardo, non riuscì, quella sera, a prendere il Treno n.8107 in partenza dalla stazione di Napoli diretto a Potenza.

Quel convoglio, ricordiamo, fu oggetto del dramma che si verificò nella notte tra il 2 e 3 marzo 1944, in pieno conflitto mondiale. Ottant’anni fa quindi, si consumò quella che fu definita la più grave tragedia ferroviaria della storia d’Italia, con 517 morti. Un treno, come riportavano le cronache dell’epoca, con ben 47 vagoni merci, a cui si erano aggiunti due vagoni passeggeri, in partenza da Napoli, trainato da una locomotiva elettrica che, a causa della linea non elettrificata dopo la stazione di Battipaglia, fu sostituita da due locomotori e vapore, poste in testa al convoglio. Praticamente, tra la stazione di Napoli e quelle della Basilicata, il treno si fermava in quasi tutte le stazioni con viaggiatori che scendevano e salivano. I numerosi bagagli, carichi di masserizie varie, contribuirono non poco, ad aumentare il peso del carico con diverse centinaia di tonnellate (si parlò di oltre 1000 tonnellate, ben al di sopra del limite consentito per quel tipo di convoglio), oltre, naturalmente, al peso delle oltre seicento persone che viaggiavano in direzione Potenza. Dopo la fermata e la ripartenza dalla stazione di Balvano, intorno all’ una di notte, il treno entra nella galleria denominata “Delle Armi” della lunghezza di circa due chilometri in discreta salita, con una pendenza tra il 10 e il 12 - 13 per cent. Ma il convoglio, ad un certo punto, per diversi motivi, non ce la fa ad andare avanti, rimanendo bloccato in pieno tunnel. E qui succede la tragedia con i passeggeri che all’improvviso, si trovarono intrappolati tra interminabili nubi di fumo e gas tossici sprigionatisi dai locomotori che trainavano il convoglio. Un parapiglia generale con persone che, pur tra grandi difficoltà del momento, cercavano invano di raggiungere le uscite della galleria. I soccorsi, purtroppo, arrivarono dopo diverse ore e per centinaia di passeggeri non c’era più niente da fare. Era gente che fuggiva dalla città di Napoli, a quell’epoca devastata dagli orrori della guerra in atto.

Quella notte. si era consumata così, la più grande sciagura ferroviaria della nostra nazione. La tragedia è stata ricordata il 13 luglio 2021, dal Consiglio Regionale di Basilicata, con l’approvazione alla unanimità, della proposta di legge del consigliere Carlo Trerotola, che istituisce la giornata del 3 marzo quale “Giorno della memoria in ricordo della sciagura ferroviaria di Balvano”.

Per quel che riguarda i componenti della famiglia pisticcese che non riuscì a salire su quel convoglio ferroviario, è passato tanto tempo e della cosa se ne parlò allora e poi non più.

Michele Selvaggi

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