Venerdì, 17 Maggio 2024

Duecento agricoltori, in rappresentanza degli oltre 20 mila iscritti a Coldiretti Basilicata, hanno partecipato stamane al flash mob organizzato a Potenza, dinnanzi alla sede della Regione per manifestare contro l’invasione dei cinghiali che con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, ha visto un aumento del 15% di animali. Una pacifica protesta alla quale hanno preso parte anche gli assessori regionali, Francesco Fanelli e Gianni Rosa, il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, dieci consiglieri regionali e 41 sindaci, tra cui il primo cittadino di Potenza, Mario Guarente.

Assente per motivi istituzioni il governatore Vito Bardi che ha annunciato l'intenzione di ricevere la prossima settimana una delegazione di Coldiretti Basilicata. “Anche in Basilicata – ha ricordato il presidente della confederazione agricola lucana, Antonio Pessolani – gli animali si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone”.

Per Coldiretti Basilicata la situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per centinaia di migliaia di euro alle produzioni agricole, ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. “Chiediamo che anche la Regione Basilicata si coordini strettamente con lo Stato e operi in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali – ha spiegato il direttore regionale della Coldiretti, Aldo Mattia - affinchè gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale, ed infine  che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”. Infine l'auspicio, che la Regione Basilicata, “entro Ferragosto approvi una delibera per mettere fine all'emergenza” ha concluso Mattia. 

Anche in Basilicata, come nel resto d’Italia, non è mai stato così alto l’allarme per l’invasione di cinghiali che con l’emergenza Covid hanno trovato campo libero in spazi rurali e urbani, spingendosi sempre più vicini ad abitazioni e scuole fino ai parchi dove giocano i bambini.

Nei pressi degli ospedali di Potenza e Matera centinaia di persone si sono affollate senza alcun distanziamento sin dalle prime ore del mattino, per sottoporsi alla vaccinazione in seguito alle dichiarazioni emanate ieri dal presidente della Regione Vito Bradi.

La Basilicata è ormai tra le 11 regioni nello scenario 4 che, secondo quanto sostiene l'Istituto superiore di sanità, prevede l'impossibilità di tracciare tutti i casi, un sovraccarico del sistema sanitario e una grande difficoltà a proteggere i soggetti fragili.

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