Giovedì, 02 Maggio 2024

Discarica La Recisa: risarcimento danni e proposta commissariamento Arpab

Sabato, 05 Agosto 2023

Riceviamo e pubblichiamo:

l’Ing. Grieco, come preannunciato, con Pec del 29/7/2023 inviata a

  • Sindaco del Comune di Pisticci,
  • Presidente del Consiglio Comunale di PISTICCI,
  • a tutti i CAPIGRUPPO C.C. di Pisticci,
  • al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata,
  • all’Assessore all’Ambiente Regione Basilicata,
  • al Direttore Generale Ambiente ed Energia Regione Basilicata,
  • al Presidente della Provincia di Matera,
  • al Consiglio di Disciplina Territoriale Ordine Ingegneri della Provincia di Matera,
  • Direttore Generale Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata

e p.c. a:

  • Procura Regionale della Corte dei Conti
ha trasmesso una dettagliata relazione inerente la Discarica La Recisa, con le dovute conclusioni, rivenienti dalla sentenza di Archiviazione n. 335/2018 e la Sentenza n. 133/2023 perché il FATTO NON SUSSISTE, la prima in quanto erano imputati il gestore discarica, Dirigenti settore Ambiente e segretaria comunale, e la seconda in quanto imputati gestore discarica, Sindaco e dirigente settore Ambiente.

Da tale relazione si evince, oltre alla formale richiesta del pagamento di tutte le spese necessarie per lo svolgimento di tale procedimento relative a Spese Legali, un suggerimento per la P.A., nella sua interezza, NELL’INTERESSE ESCLUSIVO DELLA COMUNITÀ PISTICCESE, e per la riappropriazione del proprio ruolo di Ente Locale di:

  • PROCEDERE, qualora lo ritengano opportuno e necessario, alla redazione di un atto di Consiglio Comunale di presa d’atto di tale situazione, con contestuale indirizzo al Sindaco e alla G.M. di
    • richiesta alla regione Basilicata dell’Annullamento, in autotutela, ora per allora, della DGR n. 776/2016 di REVOCA DELL’AIA, in quanto viziata da determinanti errori commessi nelle analisi e nei rapporti di prova da parte di ARPAB;
    • richiesta di risarcimento danni sia alla REGIONE che alla PROVINCIA DI MATERA, con la complicità attiva dell’Arpab, per aver consentito, con il loro atteggiamento e provvedimenti, il COLLASSO DELLA PIATTAFORMA DI SELEZIONE E TRITOVAGLIATURA della DISCARICA LA RECISA, vanificando l’intervento di adeguamento, alla legislazione Europea e Nazionale in materia di discarica, per circa €. 1.100.000,00 così come suggerito con Nota Prot. 16664 del 20/7/2016 inviata dal sottoscritto al Sindaco, Giunta, e Ufficio Legale;
    • richiesta RISARCIMENTO DANNI, non solo perché non è stato consentito il conferimento dei rifiuti per il periodo successivo al 10.1.2016 da parte del solo Comune di Pisticci, per circa 30 t/g nella propria piattaforma, e, pur formalmente richiesto con nota dell’allora Sindaco di Pisticci, ma perché ha costretto lo stesso Comune a conferire i propri rifiuti nell’inceneritore Fenice di Melfi con incremento parabolico dei costi di smaltimento, sempre a carico della Comunità Pisticcese.
    • RISARCIMENTO DANNI per MANCATO UTILIZZO DELLA PIATTAFORMA LA RECISA, così come progettato e realizzato, con determinazione della tariffa di conferimento da parte dei Comuni, comprendente una parte per Compensazione Ambientale (circa il 10%) da dirottare legittimamente, verso Entrate TARI ed alleggerire l’onere per la Comunità Pisticcese. Pur avendo presentato tutta la documentazione necessaria per la NUOVA AIA già dall’ANNO 2018, ad oggi Luglio 2023, l’Autorizzazione NON E’ STATA ANCORA RILASCIATA superando abbondantemente i termini di Legge; RISARCIMENTO DANNI da calcolare dal 12.1.2016 ad oggi (7 Anni) anche relativamente al licenziamento di almeno 6 persone che gestivano la Discarica per conto dell’appaltatore.
    • RISARCIMENTO DANNI perché con le CONTINUE ED INFONDATE prescrizioni dell’ARPAB (dipendente essenzialmente dal funzionario di turno che partecipava alla C.d.S.) in materia di Piano di Caratterizzazione, (DI CHE COSA????) si era costretti alla variazione continua del P.d.C. da parte del gestore che, non gestendo più la piattaforma riversava integralmente tali costi sul Comune e, quindi sulla Comunità Pisticcese;

La stessa Relazione viene, tra l’altro inviata, al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, ed all’Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, per invitarli, ancora una volta, (precisando che già in fase di Archiviazione del primo processo, la Regione Basilicata attraverso il Presidente era stato portato a conoscenza di tali scelleratezze) e  nell’ambito del proprio ruolo di controllo dell’attività dei propri organi amministrativi, della verifica, riferita soprattutto all’Ufficio di Compatibilità Ambientale, per gli atteggiamenti tenuti nei confronti dell’Ente Comune di Pisticci, sia relativamente alle motivazioni per imporre un sopralluogo immediatamente dopo il FERMO TECNICO operato dallo stesso comune per la Discarica La Recisa causato dall’anomalo utilizzo della stessa, in  difformità di quanto previsto dall’AIA (circa 200 t/g invece di 20-30 t/g), ed immediatamente dopo che, con diverse note, veniva evidenziato, dallo stesso comune, le difformità operate dalla stessa Regione e Provincia di Matera in materia di leggi ambientali sia nazionali che europee, verificando, altresì, se vi siano state attività discriminatorie da parte dello stesso ufficio, in situazioni analoghe (Risultano delle note di Contestazione di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie e diffida, ad altri impianti privati, nello stesso periodo - Anno 2016 - il cui esito non risulta essere la revoca dell’AIA, ma la prosecuzione dell’attività, pur con AIA scaduta e con termini del riesame anch’essi ampiamente scaduti, con mancate Conferenze di Servizi nei termini di legge.), sia nei confronti dello stesso ARPAB che, da tutto quanto sopra specificato ed evidenziato, ed a parere dello scrivente, non sembra abbia la legittimita’ a poter operare in Basilicata, soprattutto in materia di rifiuti e impianti petroliferi, prima che lo stesso venga accreditato presso l’Organismo Nazionale (ACCREDIA) e come d’altra parte stabilito nella stessa L.R. 20 gennaio 2020, n. 1.Riordino della disciplina dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (ARPAB)[1], e,  prima di aver determinato, soprattutto nella zona Valbasento, area SIN, i valori di fondo caratteristici del luogo, da anni richiesto, senza esito, dallo stesso Ministero,  valutando, altresì il Commissariamento dello stesso, quantomeno relativamente all’Ufficio suolo e rifiuti e fino a quando gli stessi laboratori e le relative prove non risultino Accreditate, valutando, tra l’altro, il DANNO ERARIALE ARRECATO per aver iniziato il procedimento di Accreditamento già nell’anno 2014 con risorse finanziarie ed umane, senza mai, ad oggi (2023) raggiungere l’obiettivo.

Verificando, altresì, che, come in diverse note evidenziato dal Comune di Pisticci, prima della Revoca dell’AIA la Recisa, che tale collasso provocato dell’impianto e, quindi NON UTILIZZABILITA’ DELLO STESSO, possa inficiare la rendicontazione alla Comunità Europea delle somme utilizzate per l’adeguamento alla stessa normativa europea. (FONDI FESR per € 1.100.000,00) facendola ricadere, dopo che il Comune ha provveduto con i lavori realizzati ad adeguarla, nelle DISCARICHE SOGGETTE AD INFRAZIONE COMUNITARIA, precisando altresì che prima del collasso operato, la Discarica La Recisa era una o forse l’unica discarica della Regione Basilicata ad essere in regola con la normativa Comunitaria (Su 44 Discariche in Italia ben 21 erano in Basilicata e per le quali la stessa Regione Basilicata annualmente pagava e paga centinaia di milioni di € di sanzione)

  • Viene altresì inviata, ancora una volta, (precisando che già in fase di Archiviazione del primo processo, l’Arpab attraverso il Direttore Generale era stato portato a conoscenza di tali paradossali errori) al Direttore Generale dell’ARPAB, coinvolto nel processo di riorganizzazione della stessa, nell’interesse esclusivo di tutta la comunità lucana, e nel rispetto esclusivo del proprio determinante ruolo istituzionale di organo di Controllo, di procedere, CON URGENZA, ad ultimare il procedimento, iniziato nell’anno 2014, per l’Accreditamento dei laboratori e di tutte le prove relative a: acque reflue, acque reflue industriali, acque di scarico, ecc. ecc., con la definizione del campo di prova, il metodo di prova, in conformità della Norma UNI ISO CEI/IEC 17025, presso l’Ente di Accreditamento italiano ACCREDIA, (Arpa Basilicata unica in Italia NON ACCREDITATA alla data di Marzo 2023), anche al fine di evitare DANNI ERARIALI (le spese utilizzate da tale Agenzia per procedere all’accreditamento dall’anno 2014  inutilmente e senza raggiungere l’obiettivo) e che certamente, NON COSTITUISCE UN MERO ADEMPIMENTO BUROCRATICO, come molto superficialmente un funzionario Arpab, in un altro processo (n. 71/2019 udienza del 6/7/2021)  ha avuto il coraggio di affermare, e collegata, contestualmente, ad una intensa e periodica programmazione di attività di formazione, assolutamente necessaria, per i propri dirigenti e funzionari, soprattutto nel settore dei rifiuti e di attività petrolifere, istituendo, altresì, nell’ambito del proprio potere di Controllo, una commissione interna per la verifica e successivi conseguenziali provvedimenti, anche disciplinari e di valutazione, per tutto quanto avvenuto presso la Discarica La Recisa, da parte dei propri dipendenti, (dirigenti e funzionari) ad iniziare dal sopralluogo del 12.1.2016 ad oggi, compreso, altresì, l’intervento di tali funzionari nelle C.d.S., laddove, per verificati e accertati errori di analisi sia nel metodo che nei risultati, validati da tali sentenze, e con evidenti abusi di potere, si è arrivati alla illegittima chiusura della discarica, alla illegittima revoca dell’Aia, ed ancora oggi, alla mancata attuazione del Piano di Caratterizzazione presentato dal gestore dal 30/6/2016, ed eventuale bonifica ed al mancato provvedimento di riesame AIA, compreso altresì il contributo RILEVANTE, dato dagli stessi per L’ASTRATTEZZA ED INFONDATEZZA delle ipotesi di reato nei confronti del gestore, dei dirigenti interessati e dello stesso Sindaco.
  • Viene altresì inviata, al Consiglio di Disciplina Territoriale Ordine Ingegneri della Provincia di Matera per la dovuta verifica del comportamento di un iscritto all’Ordine degli Ingegneri, dirigente Arpab, in dispregio  di quanto riportato dalla Corte di Cassazione, III sezione, 7 luglio 1999 n.7023 , del Parere del Consiglio Nazionale Ingegneri n. del 5/8/2011, relativamente alla competenza delle Analisi chimiche sottoscritte da un Ingegnere e trasmesse alla Procura, con evidente Abuso di Potere ed in dispregio del Codice deontologico ingegneri italiani[2]
  • La stessa nota, viene trasmessa al Presidente del Consiglio Comunale, e a tutti i capigruppo del C.C., sia per consentire di prendere atto di quanto la intera comunità pisticcese sia stata danneggiata da tale assurda vicenda, che dopo aver contribuito in modo determinante a risolvere le problematiche dell’intera REGIONE BASILICATA e della intera PROVINCIA DI MATERA in materia di rifiuti nel periodo 2014-2015, in quanto l’Amm.ne di Pisticci, virtuosamente, aveva provveduto autonomamente (inizialmente con Fondi di Rotazione e poi con fondi FESR) ad adeguare la discarica La Recisa alla normativa Comunitaria (unica discarica della Basilicata a non rientrare nella INFRAZIONE COMUNITARIA – caso strano il 53% delle discariche soggette ad infrazione comunitaria ricadono in Basilicata, e, per le quali vengono pagate centinaia di migliaia di € giornaliere per sanzioni) e consentire quindi a tutti i Comuni della Provincia di Matera ed altri di smaltire i propri rifiuti, e NON RIMANERE SOMMERSI DA TALI RIFIUTI, ha subìto anche la beffa di essere denunziata per  INQUINAMENTO AMBIENTALE (?????) subendo dei processi che sono durati 7 ANNI, stranamente, qualche mese dopo il  pensionamento, e che hanno letteralmente RUBATO del tempo preziosissimo al sottoscritto, e causato dei NOTEVOLI DANNI ECONOMICI ALLA COMUNITÀ PISTICCESE e che ancora oggi, si ripercuotono per tale ILLEGITTIMA CHIUSURA e che, certamente influirà negativamente sui costi del nuovo appalto del servizio di igiene urbana.
  • Ad inoltrare all’Avvocatura dello Stato, previa intesa con l’avvocato difensore, e con separato provvedimento, sia la Richiesta di Risarcimento danni, causati da tale assurda situazione, (relativamente al Processo n. 335/2018)  derivanti da indagini espletate con conclusioni astratte, infondate e soprattutto, aberranti, così come validate dalla richiesta di archiviazione e dallo stesso Decreto di Archiviazione, e sia per tale ulteriore procedimento (n. 418/2016) caratterizzato da Analisi inattendibili e con Abusi di Potere da parte personale Arpab e prelievo di materiale, per analisi, non conforme alla legge, il tutto in piena sintonia con la proposta di modifica dell’art. 74 del T.U., in materia di spese di giustizia (N. 2186 Camera dei deputati d’iniziativa del deputato Costa), di cui al DPR 30/5/2002 n.115 laddove viene inserito il fondamentale principio (di civiltà prima ancora che giuridico) secondo cui, in ogni caso, se il FATTO NON SUSSISTE, se l’imputato non lo ha commesso, se il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, l’imputato ha diritto di ripetere dallo Stato tutte le spese sostenute nel giudizio, aggiungendo, in tutto questo, le spese per il totale risarcimento danni provocato, in quanto già la partecipazione al processo (ad iniziare dalle indagini), soprattutto alla presenza di tali errori, costituisce una pena che viene scontata quotidianamente, fino alla sentenza definitiva di assoluzione.
  • Tale nota viene altresì inviata, anche se solo per conoscenza alla Corte dei Conti, perchè provvedano, qualora lo ritengano opportuno, alla verifica del Danno Erariale operato dall’Arpab nel momento in cui già dall’anno 2014 ha iniziato il procedimento per l’accreditamento presso ACCREDIA, dei propri laboratori e personale dipendente, con corsi di formazione ed altro, senza mai raggiungere tale obiettivo, sprecando le risorse finanziare necessarie.

Per la verifica, qualora lo ritengano opportuno, del Danno erariale operato dalla Regione Basilicata e dalla stessa Provincia di Matera nei confronti del Comune di Pisticci, per aver portato al collasso la piattaforma La Recisa ordinando conferimenti presso la Discarica La Recisa, in contrasto con le disposizioni della stessa AIA e della Normativa Nazionale ed Europea, vanificando l’intervento eseguito dal Comune di Pisticci per Adeguamento alla normativa europea utilizzando Fondi EU (€. 1.100.000,00)  per  la non più utilizzabilità, così come progettato e realizzato, e per non aver consentito, senza nessun riscontro, come richiesto dal Sindaco di Pisticci (Prot. 1430 del 20/1/2016) il conferimento dei soli rifiuti del Comune di Pisticci per circa 20-25 t/g dopo l’ordinanza di non utilizzo (dal 12.1.2016), imponendo il conferimento presso l’inceneritore La Fenice (circa 320 Km a/r con tempo di servizio di 7 ore) e con aggravio di spese per la comunità Pisticcese.

Riservandosi, altresì di trasmettere la presente relazione corredata da altri elementi epistolari, alla Procura della Repubblica di Matera, documentazione, tra l’altro,  già trasmessa tra le memorie difensive dei due procedimenti, (335/2019 e 418/2016) nel caso in cui i vari giudici non avessero già ritrasmesso il fascicolo alla Procura, qualora avessero riscontrato dei reati da parte della Regione e Provincia, per l’intervento d’ufficio.

La Relazione inviata si conclude affermando che, con tale ulteriore Processo viene CONFERMATO CHE  NON ESISTEVA ALCUNA RAGIONE  TECNICA PER LA CHIUSURA E LA REVOCA DELL’AIA DELLA DISCARICA, (Superamento CSC,, inquinamento ambientale, mancata presentazione P. di C., mancata bonifica, mancati adempimenti sulle procedure di cui al D.Lvo. n. 152/2006, mancata ottemperanza prescrizioni AIA, inquinamento acque sotterranee, ecc. ecc.) mentre le vere ragioni per tale revoca occorre verificarle in altre direzioni all’interno degli uffici regionali e della stessa Arpab non escludendo la ragione squisitamente “politica” derivante, forse, dai fischi ricevuti a Marconia nei confronti di Pittella e dello stesso PD che rappresentava, in occasione delle elezioni comunali dell’anno 2016 quando ad assumere la guida del comune subentrò il movimento 5 stelle.

 

[1] Art. 5. Qualità delle prestazioni e dei servizi

  1. L’ARPAB esercita le sue attività secondo i più elevati standard di qualità e di affidabilità, orientando i processi interni e i servizi al raggiungimento dei LEPTA nel territorio regionale, provvedendo all’attuazione degli indirizzi e obiettivi prioritari regionali e al soddisfacimento delle istanze della committenza istituzionale, della collettività e dei portatori di interesse ambientale.
  2. L’ARPAB per perseguire gli obiettivi di cui al comma 1, provvede ad accreditare i propri laboratori, sottopone a processi di certificazione delle proprie reti di misura, di monitoraggio e di controllo, e a svolgere le proprie attività rapportandole con le attività dei circuiti di intercalibrazione dei laboratori.

 

[2] Codice deontologico ingegneri italiani….. (omissis) Art. 4 - Correttezza

4.1. L'Ingegnere rifiuta di accettare incarichi e di svolgere attività professionali nei casi in cui ritenga di non avere adeguata preparazione e competenza e/o quelli per i quali ritenga di non avere adeguati mezzi ed organizzazione per l’adempimento degli impegni assunti.

 

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